Argentina: ecco la terza ristrutturazione del debito pubblico

Argentina's President Fernandez de Kirchner gestures during a ceremony in Buenos Aires

Un Paese con una classe politica ridicola è pronto alla terza ristrutturazione del proprio debito pubblico, e adesso chi si fida più di Buenos Aires ?

Argentina's President Fernandez de Kirchner gestures during a ceremony in Buenos Aires

Una storia infinita quella dei tango bond argentini che ora deve prendere nota di un nuovo clamoroso sviluppo. Il presidente di Buenos Aires, Cristina Kirchner è corsa ai ripari contro l’ultima sentenza sfavorevole e ha annunciato l’apertura in corsa di un terzo piano di ristrutturazione del debito tramite lo swap dei titolo per i creditori ancora in possesso di un buon 7% di cosidetti ‘tango bond’ che non hanno aderito alle precedenti ristrutturazioni lanciate dopo il default del 2001.

L’iniziativa del governo argentino arriva pochi giorni dopo che la Corte d’Appello di New York si é espressa a favore di un gruppo di fondi speculativi titolari dello 0,45% del debito argentino che avevano rifiutato di aderire alle ristrutturazioni del 2005 e del 2010, obbligando l’Argentina a risarcire l’integrale rimborso di tutto il capitale nominale dei bond argentini andati in default, pari a 1,33 miliardi di dollari ma aprendo però la strada ad altre richieste simili per la disparità di trattamento, tra cui anche i risparmiatori italiani.

L’applicazione di questa sentenza é sospesa in attesa della decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti. La Kirchner ieri in un discorso televisivo ha annunciato la contromossa: «Invieremo una proposta di legge al Congresso per aprire un terzo piano per lo scambio di debito per il 7% che non ha aderito alla ristrutturazione nel 2005 e nel 2010». L’Argentina nel 2005 e nel 2010 ha raggiunto con i suoi creditori un accordo per lo swap con nuovi bond di quasi il 93% del suo debito, ottenendo uno sconto del 70 per cento.

Nei giorni scorsi a niente sono valsi i tentativi di conciliazione del governo argentino per evitare il muro contro muro in aula. Ora l’ultima parola giudiziaria spetta alla Corte Suprema degli Stati Uniti nel disperato tentativo di evitare il default. Buenos Aires non è intenzionata a cedere al punto che l’altro ieri il ministro dell’Economia Hernan Lorenzino aveva fatto sapere che nonostante la sentenza, ai fondi americani saranno riconosciute le stesse condizioni concordate con i creditori che hanno accettato la ristrutturazione del debito di Buenos Aires. Ha quindi rivendicato il diritto a difendere «la sovranità del nostro paese» minacciata dalla «la richiesta di uno 0,45% di titolari del debito contro il 93% che ha accettato il concambio».

Un’eventualità sempre più prossima dal momento che se come chiesto dai giudici della Corte di Appello, l’Argentina dovrà pagare subito 1,5 miliardi di dollari ai fondi, il paese sarà obbligato ad aggiungere altri 43 miliardi di dollari da destinare a tutti coloro che avevano aderito alla prima offerta per consentire loro di godere delle stesse condizioni come prevede la legge. E non poteva fare diversamente in quanto, proprio sul prospetto informativo relativo all’Ops, l’Argentina aveva dichiarato che qualsiasi proposta migliorativa che fosse accettata in un secondo tempo, avrebbe dato a tutti coloro che avevano aderito all’Ops di goderne le stesse condizioni. Il prezzo dei bond ristrutturati scadenza 2033 sono scesi dell’1,33% a 59,66 cents e il rendimento è salito al 15,07 per cento.

Bank of New York Mellon, la banca che funge da Trustee per l’Argentina, ha fatto sapere che alla luce della decisione della Corte di Appello non potrà respingere le richieste di pagamento che dovessero venire dalle controparti. Tutto questo alla luce di quanto hanno stabilito gli stessi giudici (il presidente di nomina Democratica e e gli altri due di nomina Repubblicana) secondo i quali BNY Mellon e le altre istituzioni convolte nella ristrutturazione dei bond non possono violare la decisione della corte per favorire l’Argentina.

 

Articolo tratto da “Il Sole 24 Ore”

 

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