Arrendetevi: Trump Non Sarà Un Presidente Anti-Establishment

JPMorgan Chase CEO Jamie Dimon And Detroit Mayor Duggan Discuss The Bank's Investment In Detroit

(nella foto: Jamie Dimon, amministratore delegato di JP Morgan e nuova conquista di Trump)

Sorpresa: il cambio di tono e le primissime dichiarazioni del Trump presidente ci mostrano semplicemente un nuovo George W. Bush

Signore e Signori, benvenuti al terzo mandato di George W. Bush.

Sì va bene, i tempi sono cambiati. Per vincere Trump ha dovuto camuffarsi (senza troppa fatica) da portavoce del popolo, o, se preferite usare una terminologia da politologi, Trump ha parlato alla pancia del paese.

E lo ha fatto, fateci caso, senza usare nessun tipo di ideologia. L’unica ideologia che Berlusconi Trump ha è quella di vedere se stesso al centro del mondo. Non è più questione di destra o sinistra, a Trump interessava arrivare dove è arrivato, e ce l’ha fatta.

Ma vorremmo che vi fosse chiara una cosa: Trump non sarà mai il presidente anti-establishment che alcuni credono. Dimenticate (se potete) tutto quello che Trump ha dichiarato durante la campagna elettorale. Ripartiamo da zero.

Andate sul sito governativo di Trump. Più precisamente, andate qui.

Il passaggio che ci interessa è il seguente:

“Dopo la crisi finanziaria, il Congresso ha adottato il “Dodd-Frank Act”, una legge confusa e complessa che ha portato alla creazione di centinaia di nuove regole e di uffici burocratici. Chi propose il Dodd-Frank Act giurò che la sua adozione avrebbe risollevato la nostra economia. Tuttavia oggi, dopo sei anni, il popolo americano rimane bloccato nella più lenta, debole e tiepida ripresa dalla Grande Depressione. I salari non sono cresciuti. I risparmi sono stati consumati, milioni di americani sono disoccupati o sottoccupati, ed altri milioni hanno addirittura smesso di cercare un lavoro. La crescita economica rimane al di sotto del 2% annuo, circa la metà della media storica. Le grandi banche sono diventate sempre più grandi mentre gli Istituti Finanziari della Comunità [per chiarimenti giuridici si veda qui, NdT] sono scomparsi, uno per uno, ogni singolo giorno. I contribuenti rimangono in una situazione di pericolo in tema di salvataggio di quelle società finanziarie giudicate “too big to fail”.

L’economia derivante dal Dodd-Frank Act non può funzionare per i lavoratori. L’eccessiva regolamentazione burocratica e gli ordini provenienti da Washington non sono la soluzione a questo problema. Il team di Implementazione di Politiche per i Servizi Finanziari lavorerà alla cancellazione del Dodd-Frank Act, che verrà sostituito da nuove norme per spronare la crescita economica e creare posti di lavoro”

 

Che disastro.

Per intenderci, il Dodd-Frank Act è la legge che, tra le altre cose, ha introdotto le norme di Basilea 3 nel sistema bancario statunitense. Anzi, alcuni economisti ritengono che il Dodd-Frank Act sia anche più severo di Basilea 3, seppure vi siano delle importanti falle nella regolamentazione.

In estrema sintesi, Basilea 3 introduce una serie di indicatori di bilancio da soddisfare per giudicare una banca “solida”. L’idea è quella di non farsi trovare impreparati di fronte alla prossima crisi finanziaria mondiale.

Vi diamo un esempio: Basilea 3 chiede alle banche di avere sempre un rapporto tra fondi propri e attivo ponderato di bilancio superiore all’8% (il numero cambia a seconda che la banca sia giudicata “sistemica” o non, e a seconda del livello di crescita dell’economia, ma non complichiamo troppo il ragionamento).

Attenzione: parliamo di attivi “ponderati”. La ponderazione è fatta attribuendo, ad ogni voce dell’attivo, un coefficiente di rischio. Se ad esempio Deutsche Bank compra Bund tedeschi, il coefficiente di rischio di questo investimento sarà molto inferiore rispetto a quello messo sui derivati più rischiosi iscritti nello stesso bilancio. Ora, questa impostazione regolamentare sarebbe anche intelligente, se il Comitato di Basilea avesse imposto una “tabella di rischio” rigorosa alle quali le banche avrebbero dovuto attenersi.

E qui arriva il problema: James Dimon, amministratore delegato di JP Morgan, ha convinto in (quasi) completa solitudine il Comitato di Basilea a fare una concessione alle banche. Ogni banca può usare i propri modelli matematici per determinare il livello di rischio dei propri investimenti.

Al termine del 2011, giusto per capirci, Deutsche Bank aveva 55 miliardi di euro in fondi propri. Se rapportati al valore di bilancio dell’attivo non ponderato (2200 miliardi), questo numero era pari al 2,5%. Ricordate che Basilea 3 obbliga le banche a non scendere al di sotto della soglia 8%, cosa hanno fatto allora Dimon e i suoi ? Utilizzando i propri mega modelli matematici super precisi (sì sì, fidatevi), hanno messo una serie di coefficienti molto inferiori a 1 nei propri calcoli, ottenendo un attivo ponderato pari a 381 miliardi. Miracolo ! Ora il rapporto tra fondi propri e attivo ponderato è al 14%, che banca solida che è Deutsche Bank !
Il Dodd-Frank Act non ha risolto il problema (“fatta una legge, trovato l’inganno”, si dice), ma va rinforzato, non eliminato.

E ora seguiteci. Un miliardario si candida alla corsa alla Casa Bianca, usa ogni mezzo per farsi passare come “candidato del popolo” e, in questo modo, manda facilmente a casa la candidata radical chic democratica, che è brutta e cattiva perché si è fatta finanziare un po’ dalle banche durante la campagna elettorale. WikiLeaks e l’FBI ci mettono la pezza finale, non costringono la Clinton a rinunciare alla candidatura, ma fanno tutto il possibile per renderla ineleggibile.

Il miliardario viene eletto e diventa l’uomo più potente del pianeta. Sul suo nuovo sito governativo appare un passaggio in cui promette di eliminare il Dodd-Frank Act, attribuendogli la colpa della debole ripresa economica americana. Ti convince che l’americano medio avrà solo benefici da questa mossa, lo fa come ha sempre fatto durante la campagna elettorale.

Questo Trump, quando vuole convincere l’elettore medio di avere ragione, è proprio bravo, mi consenta.

Avete sentito le indiscrezioni sul possibile nuovo Segretario del Tesoro ?

dimon-trump

Lo avete capito il giochino?

Il Dodd-Frank Act è, per quanto imperfetto, un buon freno ad una futura crisi bancaria. Con l’enorme liquidità presente nell’economia americana ed il prospetto di un progressivo (o non, vista l’improvvisa incertezza del ruolo di Janet Yellen con l’elezione di Trump) rialzo dei tassi, deregolamentare il sistema bancario adesso è un suicidio che rischia di riportarci nel baratro, esattamente come fece l’amministrazione Bush.

Lo ripetiamo: benvenuti al terzo mandato di George W. Bush.

La prossima crisi? Eh ma che ansiosi che siete, sarà un problema del prossimo presidente Democratico.

PS: vista la convinzione di essere Dio, trovare un motivo per votare l’impeachment a Trump sarà facile. C’è da augurarsi che questo accada il prima possibile

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