Il rapporto debito/PIL della Cina si avvicina sempre di più a quello degli USA, toccando per la prima volta quota 251%: ma le preoccupazioni riguardano soprattutto le difficoltà del paese di crescere come in passato
(ripubblicazione articolo del 24 luglio 2014)
Se ci leggete da tempo saprete che non siamo mai stati dei grandi fan dell’austerity e che non viviamo con l’incubo del debito pubblico come questione primaria da risolvere, specialmente nel bel mezzo di una recessione (Mario Monti-style), ma certo dalla Cina arrivano dei numeri inquietanti in merito alla questione della sostenibilità del debito.
Giusto per renderci conto della grandezza dei dati di cui stiamo parlando, sappiate che il Giappone ha un rapporto debito pubblico/PIL pari al 415%, gli USA sono al 260% e la Cina, in questo momento, è al 251%.
Le prime tre grandi economie mondiali, dunque, sembrano anche essere quelle con un’esposizione di debito pubblico maggiore.
Il discorso importante da fare qui è, però, lo stesso del Giappone: gran parte del debito pubblico cinese (poco meno del 70%) è in mano ai Cinesi, il che va a ridurre il rischio-paese della Cina.
Tuttavia, permettetecelo, in Cina esiste un problema ben più grande della sostenibilità del debito pubblico e strettamente collegato a questo, che è il naturale rallentamento della crescita economica cinese.
Cerchiamo di capirci, uno dei temi più caldi a Pechino è il fatto che ci voglia sempre più credito per sostenere una crescita in naturale rallentamento, e il mondo sembra avere difficoltà ad accettare questa ovvia realtà:
È tutto normale e il mondo deve farsene una ragione: la Cina sta diventando un’economia più matura di quanto non lo fosse 15 anni fa, non si può immaginare che la crescita esponenziale duri in eterno, sarebbe semplicemente folle.
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