Gli effetti della crisi sulla produzione industriale

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Ogni Paese ha reagito alla crisi in modo diverso, analizzare l’andamento della produzione industriale negli ultimi mesi può dirci molto sui diversi sistemi economici nazionali

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Come al solito, la conclusione di questo post sarà un elogio del sistema industriale Tedesco: Berlino sembra infatti essere il posto migliore per produrre (non solo in Europa).
Chiediamoci perchè: ci sembra abbastanza palese che il grosso vantaggio della Germania rimanga, come già detto più volte, il forte traino dell’export.

Sì perchè, mentre altri Paesi sono bloccati in una spirale recessiva, la Germania sembra trovarsi in una spirale anti-recessiva: l’export sostiene la contrazione di domanda interna (che, comunque, c’è stata). È, in sostanza, il meccanismo di cui spesso parla Mario Draghi, meccanismo che, a suo dire, dovrebbe riportare l’Eurozona a crescere.

Ma come ricordava Krugman anni fa in un articolo intitolato “I Tedeschi e gli Alieni”, un Mondo in cui tutti esportano e nessuno importa non è nemmeno immaginabile (a meno che, appunto, l’export non sia diretto verso altri mondi). È questa un’altra ragione per cui crediamo che, in futuro, la posizione egemone della Germania sia destinata a rafforzarsi, mentre paesi come l’Italia dovranno accontentarsi di tassi di crescita piuttosto irrisori rispetto a quelli Tedeschi:

NB: il grafico mostra le variazioni della produzione industriale, non considera il suo valore assoluto (la produzione industriale Americana, ad esempio, è, in termini assoluti, decisamente maggiore di quella Tedesca)

Quello che questo grafico ci dice è, in sostanza, che il 2012 è stato un anno di rallentamento per tutti. Il 2013 potrebbe mostrarci una proiezione di quello che accadrà nei prossimi anni (crescita netta per Germania, Giappone e USA, crescita più contenuta per l’Italia).

Un’incognita è rappresentata dal Regno Unito, il quale potrebbe crescere ad una velocità nettamente superiore a quella media dell’Eurozona.

 

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