Un mese dopo l’appoggio iniziale al M5S, il presidente di GS Jim O’Neill cambia idea su Grillo, come mai ?
Strano mondo quello dell’alta finanza, un giorno ti ritrovi ad essere il beniamino di uno degli uomini più potenti della Terra, il giorno dopo cambia tutto e diventi un mostro da fermare.
I fatti
Un mese fa, Beppe Grillo e il suo M5S hanno ricevuto un sostegno inatteso quanto inusuale: quello della più grande banca d’affari del Mondo, Goldman Sachs.
I commenti in rete non si sono sprecati: “Grillo come Monti”, “Grillo massone”, “Grillo come Draghi”, “Grillo come Prodi” eccetera eccetera.
Oggi però il numero uno di Goldman Sachs ha rilasciato dichiarazioni completamente diverse ad un giornalista di Bloomberg: “La storia più interessante è il fattore Grillo in Italia. Non capisco come i tipi duri del Nord non stiano pensando a questo problema […] L’Italia è la terza economia dell’Eurozona e se non comincia ad avere un po’ di crescita presto, la gente comincerà a chiedersi quali siano i benefici della permanenza nell’Euro. Cosa sta facendo l’Ue per affrontare questo problema ? Sembra che le sue decisioni vengano prese da chi ha la voce grossa, specie in Germania”.
Riflessioni
Possiamo credere che dietro alle parole di O’Neill ci sia qualcosa di losco, oppure limitarci alla classica (ma spesso vera) idea dell’incompetenza nel mondo della finanza. Forse O’Neill non sapeva, per ignoranza in materia di politica Italiana, che il M5S intende proporre un referendum sulla permanenza nell’Euro. Forse si è accorto che, tra tutte le forze politiche che Goldman Sachs poteva appoggiare, la banca d’affari ha dato il suo endorsement a quella meno pro-finanza.
Oppure, dirà qualche malpensante, dato che Grillo non intende appoggiare il PD per formare un Governo, la politica potrebbe fare fatica a nascondere il casino di Monte Paschi sotto al tappeto, un grave colpo al sistema finanziario internazionale, e, guarda caso, mi viene in mente una denuncia che l’ex beniamino di Goldman Sachs ha fatto in campagna elettorale, ooops:
Mps si era affidata a Goldman Sachs per l’operazione di aumento di capitale da 9 miliardi di euro per far fronte all’ acquisto di Antonveneta dagli spagnoli del Santander. Tutto questo avveniva pochi mesi dopo la nomina di Gianni Letta a consulente per l’ Italia e componente dell’international advisory board di Goldman Sachs
Strano mondo quello dell’alta finanza.
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