Grecia: Uno Sguardo All’Impressionante Fuga Di Capitali Dalle Banche

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Negli ultimi due anni la situazione economica in Grecia aveva dato a tutti un’illusione di stabilizzazione, è stato necessario eleggere il governo Syriza per riportare tutti i risparmiatori sul pianeta Terra

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(ripubblicazione articolo dell’11 marzo 2015)

Che le cose in Grecia, prima o poi, sarebbero tornate a farsi movimentate era una conclusione praticamente scontata.

Pardon, scontata per chi aveva capito che la Grecia è, dopo le politiche geniali della Troika, un paese fallito. È stato bello, però, far finta che il peggio fosse passato per un po’ di tempo, con i greci ben felici di tenere il proprio denaro in banca, sapendo che peggio di così non sarebbe mai potuto andare.

Poi, dopo anni di crescita nei sondaggi, l’unico partito (escludiamo per decenza i nazisti di Alba Dorata) capace di mettere in dubbio la serietà del piano di “salvataggio” (l’uso delle virgolette è d’obbligo) ordito da Bruxelles per Atene è riuscito ad andare al governo.

Apriti cielo, i risparmiatori che avevano ricominciato a fidarsi delle banche (o che non avevano mai smesso) nel proprio paese hanno cercato di riparare all’errore:

price of politics

Fino a quando questa corsa agli sportelli può continuare ? Stiamo parlando di una fuga di capitali vera e propria (che i soldi vadano all’estero o sotto il materasso, sempre fuga è per le banche greche) che, come ovvio, si concluderà con l’introduzione del controllo sui capitali nel paese.

Per la Grecia quella parentesi di tranquillità è stata chiusa da Syriza, un passo doloroso ma, forse, necessaria per cambiare seriamente le sorti di un paese tecnicamente fallito.

 

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