Grecia: Vincono I “No” (E Varoufakis Si Dimette)

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Le richieste dell’FMI sul taglio della spesa pubblica sono state bocciate dal referendum in Grecia, ed il Ministro dell’Economia Yanis Varoufakis ha presentato le proprie dimissioni

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Le percentuali parlano chiaro: con un tasso di partecipazione al voto del 62,5%, il 61,31% dei votanti ha bocciato le richieste di taglio alla spesa pubblica fatte dall’FMI, mentre il rimanente 38,69% ha votato per il “sì”.

La vittoria dei “no” risultava netta già in serata:

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(True Economics)

Yanis Varoufakis aveva dichiarato che, piuttosto che firmare l’accordo proposto dall’FMI, si sarebbe “tagliato un braccio”, spiegando che si sarebbe certamente dimesso in caso di vittoria dei “sì”.
Alla fine ha vinto la linea di Tsipras, ma Varoufakis si è dimesso comunque. Il perché di questa decisione (quello ufficiale), ci viene direttamente dal suo sito internet, la riassumiamo così:

“Subito dopo l’annuncio dell’esito del referendum, sono stato informato riguardo alcune preferenze di certi membri dell’Eurogruppo, e di altri “partner”, per quanto riguarda la mia… “assenza” ai loro incontri; un’idea che il Primo Ministro ha giudicato essere piuttosto utile per lui nell’ambito del raggiungimento di un accordo. Per questa ragione, lascio il mio incarico di Ministro delle Finanze a partire da oggi”

Strane dimissioni, avvenute per almeno una delle due ragioni seguenti:

1) Pressioni da parte dell’Eurogruppo su Tsipras (del tipo “se volete un accordo, non vogliamo più vedere Varoufakis”)

2) Paura da parte di Varoufakis di passare alla Storia come “quello che ha fatto fallire la Grecia”

Conoscendo i soggetti, non vi nascondiamo che siamo più portati a credere alla prima ipotesi, ma non ci sarebbe nulla di strano se anche nella seconda ci fosse un fondo di verità.

Se poi la prima ipotesi fosse vera, Atene avrebbe fatto un passo formale importante verso il raggiungimento di un accordo con la troika, un segnale che, in teoria, dovrebbe bloccare le vendite sul mercato (anche se temiamo che assisteremo ad alcuni giorni negativi in borsa).

A questo punto, la palla passa all’Europa (a proposito, chiedetevi perché la Merkel stasera incontrerà Hollande e non Renzi, ma noi non eravamo “tra quelli che risolvono i problemi” ?), lo scenario migliore al quale possiamo pensare è il seguente:

a) Tsipras si ripresenta a Bruxelles con la sua lista di riforme (pardon, di tasse sui “ricchi” capitalisti cattivi e puzzoni)

b) L’FMI fa una controproposta in cui accetta buona parte delle tasse, ma chiede più tagli alla spesa pubblica in cambio di un’importante cancellazione del debito pubblico di Atene

c) Tsipras accetta a denti stretti i tagli chiesti dall’FMI in cambio di un haircut del debito. Non possiamo escludere un nuovo ricorso ad un referendum

Questo è lo scenario migliore, scritto soltanto perché non ci va francamente di iniziare la settimana pensando a nuove catastrofi nel caso greco.
Non possiamo però dimenticare una variabile importante: la BCE.
Saremo diretti: se la BCE interrompe il trasferimento di liquidità di emergenza alla Grecia, allora è game over.

Il default di martedì scorso non si è fatto sentire (probabilmente tanti greci non si sono nemmeno resi conto che il 30 giugno è fallito lo Stato), se la BCE taglia la liquidità alla Grecia, allora il default si farà sentire improvvisamente. L’incubo rimane l’impennata della criminalità avvenuta durante il default argentino con banche chiuse nel 2001, Draghi avrà il coraggio di procedere con la condanna a morte di Atene ?

PS: è lettalmente insopportabile assistere alla salita sul carro del vincitore del “no” greco messa in atto da molti politici italiani. Come fa un politico italiano a dire ai greci “votate no” ? Per caso costoro possiedono conti in banca in Grecia ? Nel bene o nel male, lasciate che i greci decidano di che morte morire da soli, è vergognoso sfruttare questa situazione di disperazione per guadagnare consensi nei sondaggi, bestie

PPS: non crediamo che la Grecia possa essere un problema reale per i mercati, ma se le cose si dovessero mettere male siamo psicologicamente pronti ad un maxi intervento della BCE, lasciamo passare questa settimana e poi torneremo a parlarne

 

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