Irlanda modello per i Paesi periferici ? Ma anche no

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Fra le tante storielle che gli euro-incantatori ci propinano di tanto in tanto c’è quella dell’Irlanda: Dublino, secondo costoro, sarebbe un esempio da seguire, il simbolo del successo dell’Eurozona: quando l’economia diventa pagliacceria

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L’ex Pres. del Cons. On. Sen. a Vit. con stipend. vitaliz. di 20mil. eur. pagat. dai contribuent. Mario Monti (ci scusiamo per il lungo titolo dell’Onorevole) ci invitava, non tanto tempo fa, ad imitare l’Irlanda.

Ci rendiamo conto del fatto che per sbugiardare Monti sull’Irlanda e sul “modello Irlandese” ci voglia davvero molto poco, ma tanto per essere chiari andiamo a scomodare un premio Nobel per l’Economia, Paul Krugman.
Krugman ha appena pubblicato sul suo blog il seguente grafico:

Il titolo del post parla da sé: “Success, European Style”.
“Ci vuole quasi un atto eroico di negazione per guardare questo grafico e vedere una storia di successo” – spiega Krugman, da sempre contrario (e ci mancherebbe) alle folli misure di austerity a cui anche l’Irlanda è stata sottoposta dal’inizio della crisi economica. In effetti, il calo verticale del PIL pro-capite e, soprattutto, la sua fase di stagnazione, dovrebbero farci venire i brividi.

Tanto per ricordarlo, Monti è lo stesso che diceva che la Grecia rappresentava una grande storia di successo per l’Euro, e che lodava l’enorme sacrificio della Germania che aveva rinunciato al Marco “altruisticamente” per l’unione monetaria (poi, si sa, la Grecia cominciò ad importare troppo grazie alla moneta troppo forte rispetto alla dracma, e la Germania ebbe il suo boom di esportazioni grazie al fatto che l’Euro era molto più debole del Marco):

E quanto siamo bravi noi Italiani a copiare un modello !

Italy GDP per capita

Andiamo avanti così, con tanti che dicono che l’austerity è una cura pesante, ma giusta. Vedrete, carissimi, che il giorno in cui l’Italia sarà sull’orlo del default arriverà, improvvisamente, anche dopo questa dolorosa parentesi di finto ed insensato rigore “alla Monti/Letta”, e quel giorno non potremo dire nemmeno, festanti: “Ve l’avevamo detto !”, dato che non ci sarà più nulla da festeggiare.

 

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