La Cina comincia a far paura ? Crolla l’export di Pechino

china pechino cina beijing

Finalmente si comincia a dire che in Cina l’economia non è proprio tutta rose e fiori, anzi: a Pechino tra bolle speculative e buchi di bilancio camuffati dal Partito Comunista comincia ad essere sorprendente il fatto che l’intero sistema non sia ancora crollato, l’ultimo dato sull’export è terrificante

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(ripubblicazione di un articolo dell’11 marzo 2014)

Puoi andare avanti ad ignorare tutti quei “cattivoni” che gridano alla presenza di una miriade di bolle speculative nel tuo Paese, puoi anche dire a tutti “lo Stato ha i soldi che servono” mentendo e stampando in segreto denaro per coprire gli ammanchi di cassa, ma, prima o poi, i nodi vengono al pettine.

Prima o poi questo giorno sarebbe arrivato: la Cina sta andando in crisi per colpa del fattore che ha permesso alla sua economia di esplodere negli ultimi anni, l’export:

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Non è semplice interpretare i dati sulla bilancia commerciale, ma cerchiamo di impostare il discorso in un modo semplice. Ricordatevi questa frase:

Un miglioramento della bilancia commerciale di un Paese non è sempre un segnale positivo, così come un peggioramento non è sempre un segnale negativo

Facciamo un esempio che possiamo capire molto bene: l’Italia.
Da quando siamo entrati in questa fase di austerity (diciamo dal Governo Monti, anche se il precedente Governo Berlusconi aveva già avviato il nostro Paese su questo percorso – non dimenticate che l’IMU è un invenzione di quel governo) la bilancia commerciale italiana è nettamente migliorata.
Domanda: è un buon segno ?
Risposta: proprio per niente.
Nonostante Monti e i suoi Monti Boys si vantino dell’avanzo commerciale accumulato dal nostro Paese negli ultimi anni, è chiaro a tutti che questo sia dovuto a due ragioni:

1) Crolla la domanda interna, quindi le importazioni
2) I Paesi che non hanno implementato politiche di austerity tanto forti come quelle europee si stanno riprendendo e i LORO consumi stanno crescendo, quindi anche il nostro export

Ora adoperiamo questo stesso metodo di analisi sulla Cina con l’aiuto del grafico riportato più in alto.
Negli ultimi anni, import e export sono entrambi diminuiti di (quasi) pari passo.
Ultimamente, però, l’import sembra essersi bloccato mentre l’export sta toccando valori bassissimi rispetto anche solo a pochi mesi fa.

Come mai ?
Perchè tra i tanti problemi che affliggono la Cina c’è la sorprendente perdita di competitività di Pechino, alla quale i Cinesi stanno rispondendo con l’arma numero uno utilizzata in questi casi: la svalutazione competitiva.

Funzionerà ?
Difficile dirlo, in teoria i benefici dovrebbero arrivare presto, ma il caso giapponese ci insegna che svalutare la propria moneta comporta anche un grosso aumento di prezzo nella “bolletta energetica” se il Paese in questione è energicamente molto dipendente dall’estero.
Cresce la spesa per l’energia importata e, dunque, anche le importazioni salgono.
In Giappone, però, anche le esportazioni stanno aumentando notevolmente, il che dimostra, come si diceva all’inizio, che un peggioramento della bilancia commerciale di un Paese non è sempre un segnale negativo.
La questione è piuttosto articolata e, ovviamente, la seguiremo da vicino dandovene conto ogni volta in cui ce ne sarà bisogno, continuate a seguirci.

 

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