La Cina Comincia Ad Abbandonare Bond Americani

Chinese yuan notes

Come riportato da Bloomberg, Pechino ha di recente ridotto la propria esposizione sul mercato obbligazionario statunitense al fine di sostenere il tasso di cambio dopo la svalutazione dello Yuan

La crisi cinese è entrata in una nuova inquietante fase, quella del rischio-contagio.

Alla domanda: “Come fa una crisi finanziaria a trasmettersi da un paese all’altro ?” vengono date tante risposte, ma la maggior parte delle volte sentirete parlare di una sorta di “fattore psicologico”. Per quanto non si possa dimenticare che, anche in un mondo così moderno come il nostro, i trader siano ancora persone fisiche capaci di provare sensazioni contagiosissime quali l’ecceso di euforia e di panico, risulterà chiaro a qualunque persona con una discreta conoscenza della materia finanziaria che la psicologia non può bastare a spiegare il crollo di un indice azionario o di una valuta.

Questa settimana abbiamo avuto un’interessante testimonianza offerta da una fonte anonima a Bloomberg: Pechino avrebbe venduto titoli di Stato statunitensi per evitare un’eccessiva svalutazione dello Yuan.

Torniamo indietro di due settimane. L’11 agosto la Cina decide a sorpresa di svalutare lo Yuan, portando le borse di tutto il pianeta a scendere. La stessa cosa si ripete, in minori proporzioni, nei tre giorni successivi, dopodiché la valuta cinese si ferma, apprezzandosi addirittura leggermente.

La fonte di Bloomberg sostiene che dietro questa frenata post-svalutazione ci sia direttamente il governo cinese, e non il “mercato sempre efficiente e magnanimo”. Pare infatti che Pechino abbia venduto “x” miliardi di titoli di Stato statunitensi tramite broker situati in Belgio e Svizzera per fermare la svalutazione dello Yuan.
Il giochino è semplice: la Cina vende titoli di Stato statunitensi ricevendo dollari e intervenendo indirettamente sul cambio Yuan/Dollaro (e, di conseguenza, sui cambi di tutto il mondo).

Ora, i più informati diranno: “Quale sarebbe la novità ?”, e avrebbero ragione. La Cina ha infatti venduto (escludendo le mosse di agosto) bond USA per un valore quantificato intorno ai 365 miliardi di dollari negli ultimi 12 mesi con il fine di mantenere il cambio al livello desiderato impendendo una svalutazione dello Yuan.

365 miliardi in 12 mesi = 30,42 miliardi al mese

Bloomberg stima che da qui alla fine dell’anno il passo di vendita di bond USA da parte di Pechino arriverà a quota 40 miliardi di dollari al mese.

Tutto questo ci porta ad una domanda ? Quanti miliardi di dollari di titoli di Stato USA possiede la Cina in questo momento ? E questa è la domanda alla quale, come sempre per la Cina, non possiamo avere risposta.

ChinaUSTHoldings

Questo grafico però non è aggiornato, vi basti sapere che l’ultimo dato noto sul valore effettivo dei bond USA nel portafoglio di Pechino è 1.480 miliardi di dollari.

Come al solito, però, tentare di reperire un numero aggiornato per l’economia cinese risulta essere un’impresa pressoché impossibile.

Tutto questo dovrebbe farci ripensare a quanto detto all’inizio. La Cina sta vendendo bond statunitensi, il mercato obbligazionario USA sta registrando un rialzo dei rendimenti (ed un ribasso dei prezzi) in linea con le prospettive di aumento dei tassi da parte della Federal Reserve. Sappiamo che, alla lunga, è il mercato obbligazionario a prevalere su quello azionario, influenzandone il trend.
Sono questi, dunque, i fattori che non vengono visti da chi cerca di limitare l’interpretazione di una crisi finanziaria ad un mero difetto psicologico di chi investe. Oggi più che mai, i mercati sono mossi dalle banche centrali, e contro una banca centrale credibile nessun trader può averla vinta nel lungo periodo.

 

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