La Russia Comincia A Pagare Il Crollo Del Petrolio (Ed È Solo L’Inizio)

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Le entrate pubbliche di Mosca sono in caduta libera, e l’economia russa ha iniziato il 2015 con il piede sbagliato

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(pubblicazione articolo del 5 giugno 2015)

Nella conferenza stampa di fine anno, Vladimir Putin dichiarò al Mondo che la crisi in Russia era finita, e che il 2015 sarebbe stato l’anno della ripresa.

Sappiamo che nella nostra piccola Italia, ci sono politici (che ci rifiutiamo persino di nominare) che considerano Vladimir Putin come un esempio da seguire per il benessere economico e sociale. Sappiamo anche, vedendo gli ultimi risultati delle elezioni regionali nel nostro paese, che là fuori ci sono tanti fessi pronti a votare questi politicanti (i numeri parlano chiarissimo).

Mentre questi politici (da qui in avanti S+S ovvero “Scemo e più scemo”, per questioni di velocità) leccano il posteriore di Putin senza un apparente motivo, vorremmo darvi qualche grafico e qualche cifra.

Partiamo dai grafici:

1) Putin ha creato una crescita economica pericolosa dal giorno del suo insediamento al Cremlino, con la creazione di un’economia “monocoltura” focalizzata quasi esclusivamente sul petrolio. Ora che il prezzo del petrolio è crollato, si stanno aprendo buchi di bilancio clamorosi per Mosca:

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Ma questi sono numeri complessi, e gli S+S avrebbero una risposta semplicissima ad una criticare del genere: stampare nuova moneta.
Proseguiamo.

2) Dall’inizio della crisi del 2008 Mosca ha registrato una netta fuga di capitali che ha lentamente “sgonfiato” la crescita economica descritta al punto 1.

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Gli S+S ci insegnerebbero che la finanza è brutta e cattiva, e che dunque la speculazione va regolata con norme più severe. Di fronte ad un’affermazione simile, il popolo gioirebbe felice nelle piazze.

3) “La crisi è finita” secondo Putin, ma i consumatori e gli investitori non lo sanno:

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Berlusconi ci direbbe che la crisi è soltanto uno stato mentale. Renzi darebbe la colpa ai “gufi”. I Putiniani italiani, invece, ci ubriacano con concetti socio-politici del tipo: “Per forza, sono i politici che rubano” o “Dobbiamo rimandare a casa i clandestini, l’Italia agli italiani”.

E in tutto questo, il PIL della grande Russia di Putin è calato del 2,4% nei primi quattro mesi del 2015. E vedrete cosa succederà quando Mosca comincerà a tagliare la spesa pubblica e ad alzare le tasse per coprire il buco di bilancio in formazione, il boom economico atteso dagli S+S è certamente dietro l’angolo.

 

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