Nasce la New Development Bank dei BRICS

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di Matteo J. Stettler (www.smartweek.it)

Avrà sede a Shanghai e sarà presieduto per i primi cinque anni dall’India il nuovo istituto di credito transnazionale dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) – la New Development Bank (NDB).

Stando alle dichiarazioni rilasciate ieri al vertice di Fortaleza, in Brasile, i leader delle economie emergenti intendono affiancare alla nuova organizzazione anche un fondo di emergenza comune da $100 miliardi, da cui attingere in caso di crisi della bilancia dei pagamenti.

Il primo concreto passo intrapreso dai BRICS verso la ridefinizione di quell’ordine finanziario mondiale disegnato dalle potenze Occidentali nel secondo dopoguerra a Bretton Woods, in cui, come dichiarato dalla Presidente Brasiliana Dilma Rousseff, “i BRICS stanno guadagnando sempre maggior peso politico e dimostrando il proprio ruolo.”

Diversamente da quanto accade nel FMI e alla Banca mondiale, la NDB “sarà alquanto democratica”, ha comunicato il Ministro delle Finanze Brasiliano Guido Mantega.

Ogni membro ne ha ricavato effettivamente qualcosa. Il primo presidente del Board of Governors sarà russo, mentre al Brasile va il primo presidente del Board of Directors.

Tuttavia il grande vincitore risulta essere il Sud Africa, che, in quanto sede del primo centro regionale della Banca dei BRICS, potrà godere di un accesso privilegiato all’acquisizione di competenze finanziarie, a nuovi investimenti ed opportunità commerciali, ha riferito Colin Coleman, responsabile della sede Goldman Sachs Group di Johannesburg e partecipante alla riunione del BRICS Business Council.

E se per Rousseff  “è un segno che i tempi sono maturi per una riforma del FMI”, per Leonid Bershidsky di Bloomberg, “la ribellione dei BRICS contro i pilastri occidentali del sistema finanziario globale è molto di più di un gesto politico. Considerando l’ingenza dei capitali movimentati dalle economie emergenti diventa “una minaccia e uno strumento di negoziazione.”

Dei $223,2 miliardi di capitale sottoscritti dai 188 stati membri presso la World Bank, dopo gli Stati Uniti, la Cina risulta essere il terzo più grande contributore avendo versato il 5,76 percento del totale dei fondi – quasi $13 miliardi. Una cifra che non si discosta molto dai $10 miliardi che il Dragone asiatico consegnerà alla BRICS Development Bank. Mentre Russia, India, Brasile e Sud Africa con le proprie sottoscrizioni contribuiranno maggiormente alla NDB che alla World Bank.

Per quanto riguarda il FMI, invece, la quota russa è $9,19 miliardi – circa la metà dei $18 miliardi che fornirà al fondo d’emergenza dei BRICS, a cui la Cina contribuirà invece con $41 miliardi, quasi tre volte la propria quota del FMI.

La volontà dei BRICS di impegnare maggiori risorse nella nuova istituzione transnazionale piuttosto che in quelle esistenti, suggerisce un serio tentativo di rivoluzionare il sistema finanziario mondiale.

Tuttavia le circostanze che condurrebbero i BRICS a smettere di finanziare il FMI e la Banca Mondiale – l’attuale preoccupazione dell’Occidente economico – ancora non si presentano. Da una parte la Cina, l’India ed il Brasile rimangono i paesi maggiormente esposti ai finanziamenti della Banca Mondiale, dall’altra nessuno, forse eccetto Putin, desidera dividere il mondo in un campo ostile.

Certo è che l’iniziativa dei BRICS – che rappresentano quasi la metà della popolazione mondiale e circa un quinto della produzione economica globale- rimane un forte messaggio. L’Occidente economico dovrà prima o poi tener conto delle grandi economie emergenti implementando quelle riforme delle istituzioni finanziarie mondiali, a dire di Putin, “irragionevolmente ritardate” sino ad ora.

La nascita della NDB non sarà di certo la “fine della Banca Mondiale”, come titola oggi Bloomberg, ne tantomeno l’Apocalisse di Bretton Woods, ma se ci si attiene, anche a questo livello, ai “sani principi della concorrenza”, potrebbe costituire un forte stimolo per ridefinire formalmente gli equilibri economici mondiali.

 

Articolo tratto da “smartweek

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