Mentre la Corea del Nord fa la voce grossa con Washington, i capi di Stato sembrano essere molto più preoccupati per quanto sta accadendo in Iran negli ultimi giorni
Certo, la Corea del Nord è al centro delle cronache mondiali dopo le forti minacce di attacco alle basi militari USA di Guam, ma qualcuno comincia a sospettare che il vero problema “nucleare” non sia rappresentato da Pyongyang, ma da Teheran.
Sì perchè, dopo due giorni di trattative, l’Iran non ha fatto nessun passo indietro sull’utilizzo dell’uranio. Uranio che, secondo il Governo Iraniano, sarà utilizzato per fini energetici, versione che non convince evidentemente i “big six”.
I “big six” sono quelle sei superpotenze che si riuniscono per trattare del tema del nucleare: Cina, USA, Russia, Giappone e, per ovvi motivi, Corea del Nord e Corea del Sud.
Si prevedono nuove sanzioni per l’Iran, specialmente dopo che, secondo fonti Russe, “Teheran non ha risposto alle domande cruciali riguardanti il preciso intento dell’utilizzo di uranio in centri specializzati nel Paese”
La questione in Iran si fa delicata, a Giugno ci saranno infatti le elezioni presidenziali, punto fondamentale prima del quale sarà difficile ottenere qualcosa di concreto da Teheran.
Fonti non ufficiali ci parlano di un’offerta seria fatta dai big six all’Iran: se il Paese interromperà (o, comunque, ridurrà in modo chiaro e trasparente) il processo di arricchimento di uranio, allora, oltre ad essere rimosse tutte le sanzioni inflitte a Teheran (embargo compreso ?) negli ultimi anni, l’Iran riceverà una considerevole quantità di oro e altri metalli preziosi dagli stessi big six. Un’offerta che, se vera, non ha comunque fatto vacillare la posizione di Ahmadinejad
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