“Crisi di liquidità” è l’espressione magica che, di per sé, è in grado di affossare i mercati finanziari di un paese, cominciamo ad avere l’impressione che Mosca stia sopravvalutando i propri fondi
(ripubblicazione articolo del 26 novembre 2014)
È arrivato il momento di parlare del difficile argomento che è rappresentato dal bilancio di Stato russo.
Prima di tutto, un grafico che ci fa riflettere da tempo e di cui, forse, cominciamo a capire qualcosa:
La banca centrale russa sta comprando oro a gran ritmo da anni. Fino ad ora, era difficile trovare una ragione (“la Russia compra oro perchè prevede che aumenterà il suo valore” è una cosa che non ci ha mai convinto particolarmente).
Alla fine di questo post capirete qual è l’opinione di chi vi scrive, ma prima di tutto, è necessario andare a leggere che cosa ha dichiarato Anton Siluanov, Ministro delle Finanze russo, lunedì scorso:
“Di questo passo, perdiamo circa 40 miliardi di dollari all’anno per via delle sanzioni geopolitiche ed altri 90-100 miliardi per il calo del 30% registrato nel prezzo del petrolio”
Una perdita annua del governo stimata a 130-140 miliardi di dollari annui: una botta tremenda per le casse dello Stato, da default.
Tuttavia, per il governo è tutto a posto, in quanto queste sono le stime ufficiali della banca centrale russa sulle proprie riserve (valutarie e non):
La recente diminuzione del livello delle riserve deriva dal tentativo (vano) della banca centrale di comprare rubli (vendendo quindi dollari e altre valute estere) per evitare il tracollo della valuta nazionale.
Le riserve sarebbero ancora oltre 400 miliardi di dollari, e questo è il numero che consente a Putin di mantenere la calma.
Problema: le riserve della banca centrale russa non sono interamente utilizzabili.
Ben 170 miliardi di dollari di riserve (quasi la metà delle riserve totali della banca centrale russa, dunque) si trovano depositati presso due fondi: il Reserve Fund ed il National Wealth Found (NWF).
Alcuni economisti (ad esempio Sergei Guriev dell’università francese Sciences Po) sostengono che una buona parte di questi 170 miliardi di dollari sarebbero in realtà inaccessibili al governo per soddisfare necessità liquide di breve periodo (per evitare un eventuale rischio di default, dunque).
In particolare, Guriev si dice certo del fatto che 82 miliardi di dollari depositati presso l’NFW non sarebbero assolutamente accessibili per Mosca, in quanto già impegnati in progetti infrastrutturali di lungo periodo e, dunque, “formalmente depositati” presso il fondo in questione. Guriev sospetta che lo stesso discorso valga per una cifra ben superiore agli 82 miliardi, anche se, su questo punto, non possiede al momento alcuna prova.
Un altro grosso problema è rappresentato dal fatto che l’NFW è stato impiegato per prestare denaro alla banca russa VEB per finanziare i lavori di costruzione delle Olimpiadi invernali di Sochi.
E che c’è di male ? Sembra essere un buon investimento, no ?
No, le olimpiadi invernali di Sochi hanno avuto flussi di cassa deludenti per gli organizzatori, e non a caso VEB ha chiesto ed ottenuto una ristrutturazione del piano di prestito statale, con rate di restituzione molto favorevoli per la banca (da leggersi come “rate basse molto dilazionate”).
E qui capite perchè l’ex Ministro delle Finanze russo Mikhail Zadornov ipotizza che le vere riserve russe potrebbero attestarsi intorno ai 200 miliardi di dollari.
È il momento dunque di chiudere il cerchio: perchè la Russia compra oro ?
La Russia compra oro perchè ha bisogno di riserve, punto. Non può comprare euro perchè l’UE è cattiva, non può comprare dollari perchè gli USA sono il diavolo. Comprare altre valute spendendo rubli significa svalutare il rublo, cosa poco desiderata da Mosca in questo momento. Comprare oro spendendo rubli significa, invece, accrescere le proprie riserve senza svalutare.
È questo, a nostro dire, il motivo più plausibile che spiega perchè Mosca stia comprando oro a gran velocità.
E non c’è niente da dire, è un’ottima mossa dal punto di vista economico.
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