Un altro suicidio nelle banche d’affari USA: ma cosa sta succedendo ?

JP Morgan

Negli ultimi mesi abbiamo visto una sospetta linea di suicidi da parte di giovani banchieri che ricoprivano posizioni di relativa importanza nelle più grandi banche d’affari degli Stati Uniti, non vogliamo scatenare i complottisti ma certo il fenomeno è davvero strano (guest post)

JP Morgan

(articolo originariamente pubblicato il 21 febbraio 2014)

Si suicida un giovane banker di Hong Kong

Per certi versi sembrerebbe un fatto di gossip, o uno dei tanti suicidi che giornalmente popolano i nostri telegiornali. Ma stavolta non si tratta di un artigiano o di un piccolo imprenditore, soffocato dai debiti, bensi di un impegato di banca. Ma non proprio un impiegato qualunque.

Un altro suicidio scuote Jp Morgan: martedì un banchiere junior di 33 anni , Li Junjie,si è lanciato dal tetto di Chater House che ospita il quartier generale asiatico della banca americana, a Hong Kong. Il mese scorso un vicepresidente di 39 anni si era ucciso cadendo dal tetto, al 39° piano, della sede londinese della banca. E subito prima, un ex top manager di Deutsche Bank era stato trovato morto nel suo appartamento a Londra. (Corsera) 

Secondo i media, questi suicidi massivi sono legati ad un eccessivo carico di lavoro. Ragazzi tra i 18 ed i 25 anni che lavorano fino a 15 ore al giorno. Ma secondo altri ci sono ben diverse motivazioni. O almeno non dietro a tutti questi suicidi.

Prendiamo ad esempio il suicidio registrajo a gennaio, di cui si fa cenno sopra. 39 anni e capo dei sistemi informatici di JPMorgan Chase. Non uno stagista. QUI di fianco le immagini del palazzo di Londra dove è avvenuto il fatto.

Il discorso è molto semplice. Come avete letto su dei miei vecchi post, JPMorgan Chase rappresenta una banca di dimensioni cosmiche. Ricordate la loro esposizione su derivati e l’ammontare della loro leva finanziaria? Questo personaggio, capo dei servizi informatici che praticamente pilotano tutta l’operatività, ha visto o sa qualcosa di tremendamente destabilizzante?

Una banca che, se dovesse scoppiare, sarebbe impossibile da salvare. Poi statene pur certi, c’è chi ci ricama delle storie e si inventa anche cose non vere. Intanto qualcosa nel sistema delle banche non quadra.

E questo post vuole solo ricordarvi che siamo seduti su una polveriera, che tutto è tenuto in piedi con uno sputo, da una serie di accordi tra le grandi lobby bancarie che si reggono a vicenda e che, per le loro dimensioni e rischiosità sistemica, comandano il mondo della finanza. O si sta alle loro regole o salta tutto.
Siatene consapevoli. Almeno quello.

 

Articolo tratto da “Intermarket&More”

 

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