Con l’improvviso incremento delle possibilità di un rialzo dei tassi nel mese di dicembre, il dollaro statunitense sembra pronto a tornare ad apprezzarsi, ed ora la parità con l’Euro è a portata di mano
Sarà probabilmente un errore madornale, ma i mercati cominciano a pensare che la Federal Reserve faccia sul serio quando dice espressamente di valutare un rialzo dei tassi di interesse a dicembre:
Ora, eliminiamo l’incertezza dal nostro ragionamento: supponiamo che la Federal Reserve decida realmente di alzare i tassi a dicembre.
La grande domanda a cui dobbiamo rispondere è la seguente: i mercati stanno già prezzando un rialzo dei tassi negli Stati Uniti ?
Da giugno 2014 a marzo 2015 abbiamo visto un forte rafforzamento della valuta statunitense. Questo è chiaramente dovuto, soprattutto, alla svolta espansiva della BCE. Non a caso a giugno 2014 Draghi ha cominciato seriamente a parlare alla stampa di un possibile QE (che è poi stato annunciato ufficialmente a gennaio 2015), mentre negli Stati Uniti l’espressione “rialzo dei tassi” è diventata sempre meno un tabù. Questa divergenza tra le politiche monetarie delle due principali banche centrali mondiali (non ce ne voglia la Cina) ha creato una situazione di squilibrio totale sui mercati valutari, ed è esattamente quanto abbiamo visto tra giugno 2014 e marzo 2015.
A marzo 2015, il QE europeo è ufficialmente iniziato. Nel frattempo, il FOMC ha continuamente annunciato un rinvio del rialzo dei tassi e la telenovela greca ha smorzato l’iniziale effetto benefico del Quantitative Easing della BCE sui mercati europei. Dopo che Tsipras ha deciso di calare le braghe, il FOMC ha continuato a rimandare il rialzo dei tassi e, addirittura, a settembre un membro del Comitato di Politica Monetaria ha votato per un taglio dei tassi in area negativa, il tutto in un contesto di dati macro deludenti (specialmente per il settore manifatturiero) e di contrazione degli utili delle società quotate. Da marzo, la borsa americana è rimasta sostanzialmente immobile, in attesa di novità sul fronte monetario.
Mettete questi ingredienti in un frullatore, premete “on” e otterrete esattamente quello tra marzo e ottobre 2015 sui mercati valutari: un bel niente.
Ora che la Fed sembra invece essersi smarcata (forse a torto) dal proprio atteggiamento tradizionalmente attendista, il dollaro è tornato ad apprezzarsi. Se uniamo le speculazioni su un possibile QE2 in Europa, vedrete come la parità tra Euro e Dollaro sia ormai a portata di mano:
La risposta alla domanda: “I mercati hanno già prezzato il rialzo dei tassi della Fed ?” sembra dunque essere chiara. I mercati hanno cominciato a prezzare il rialzo dei tassi negli Stati Uniti, ma questo processo non pare affatto completo e, forse, vista l’elevata incertezza del momento, si completerà soltanto dopo che la Fed avrà effettivamente agito.
Lascia un commento per primo