All’Europa serve il Quantitative Easing, Berlino deve cedere

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No, non è tutta colpa della Germania, ma se i Tedeschi vogliono continuare su questa strada saranno presto lasciati da soli

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Il mito dell’iperinflazione (che, naturalmente, non si è ancora vista in nessuno dei Paesi che ha usato e abusato il metodo del “stampa che ti passa”) rischia di condannare la BCE ad un futuro di immobilismo perenne in termini economico-monetari.

Partiamo dalle origini, vi abbiamo già spiegato in questo articolo in che cosa consiste esattamente e come funziona il Quantitative Easing.
Negli ultimi anni molte economie (non solo USA e Giappone) hanno deciso di implementare questo strumento monetario per far riprendere l’economia più velocemente, gli unici a preferire l’immobilismo sono stati, manco a dirlo, gli Europei.
Oh, e per “Europei” intendiamo solo l’Eurozona, visto che anche i super liberisti Britannici hanno capito che qui o si stampava moneta (svalutando la Sterlina) o si moriva.

Cercando di non essere troppo severi con la BCE (è un blog economico questo, non una di quelle pagine di “controinformazione” che accusa demagogicamente chiunque abbia un po’ di potere al Mondo di aver creato la povertà per fini personali), cerchiamo di capire perchè non abbiamo assistito ad un Quantitative Easing fino ad ora.
L’arma più potente che la BCE ha messo in campo fino ad ora è stata il programma LTRO, che non è esattamente un QE perchè tutte e due le tranches di LTRO che abbiamo visto da quando Draghi è diventato Presidente della BCE hanno molti limiti tecnici (forse per “limiti” dovremmo usare il termine Tedesco, “Grenzen”, visto che l’unico Paese che ha interesse a limitare la politica monetaria espansiva della BCE è la Germania).
Ecco l’andamento del cambio Euro/Dollaro negli ultimi tempi:

Dal grafico si vede che i due LTRO non sono serviti a molto sul tasso di cambio, è evidente che ora bisogna agire con qualcosa di più forte, perchè il tumore al cervello non si combatte con l’aspirina.

Guardando poi l’inflazione, in un interessante confronto con USA e Giappone, si capisce quanto ormai il QE sia vicino:

Giappone e USA hanno premuto il pulsantone rosso del QE in un momento di deflazione (gli USA sono stati molto più reattivi del Giappone, ma sono dettagli di cui non serve discutere ora), noi siamo ancora nella fase precedente alla deflazione, la disinflazione.
Sarebbe molto saggio introdurre il QE già adesso, in modo da evitare un problema in più per il futuro (cioè uscire dalla deflazione, che è, come l’iperinflazione, una trappola piuttosto ostica da gestire), tutto dipende dalla testardaggine di Berlino sull’argomento.

Ma tranquilli, la crisi non durerà per sempre. Speriamo solo che la Germania si convinca presto o che, in alternativa, la deflazione arrivi già l’anno prossimo in modo da mettere Berlino con le spalle al muro: o esce dall’Euro, o accetta di “collaborare” con le altre economie dell’Eurozona, senza “comandare”, non si può avere il miele senza le pecchie.

 

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