Che cosa si intende per “rating spazzatura” ?

Standard and Poor's rating

Con il declassamento dell’Italia da parte dell’agenzia Standard & Poor’s, torna di moda il pericolo “rating spazzatura” per l’Italia, cerchiamo di capire cos’è

Standard and Poor's rating

Martedì sera, a Borse chiuse, l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha declassato l’Italia e il suo gigantesco debito pubblico (vedi comunicato stampa ufficiale di S&P).

Di colpo si è scatenato il panico, più tra i giornalisti che tra gli investitori, in quanto i primi spesso non sanno nemmeno che cosa sia un’agenzia di rating, mentre i secondi, dovendo metteri il naso (e il portafoglio) non sono stato affatti stupiti dal declassamento, tant’è che oggi lo Spread è rimasto comunque sotto quota 280.

Il rischio per l’Italia sarebbe, a questo punto, un ulteriore declassamento futuro a “spazzatura” (cosa che, se avvenisse, non ci stupirebbe affatto). Cerchiamo di capire in che cosa consiste tale ulteriore declassamento, ecco la tabella del rating di Standard & Poor’s (che è diversa da quella di Fitch e da quella di Moody’s):

http://www.scenarieconomici.it/wp-content/uploads/2013/07/Summary_SPRatings_large.gif

L’ultimo declassamento ci ha portati da “BBB+” (che si colloca tra “BBB” e “A”) a “BBB” con outlook negativo (in sostanza siamo vicinissimi a “BBB-“). Tutte queste lettere sono soltanto sigle convenzionali, cerchiamo di venire al nocciolo della questione:

BBB: adeguata capacità di adempiere ai propri obblighi finanziari, ma tale capacità risulta essere piuttosto soggetta alle condizioni economiche avverse

Ecco, questo è quello che conta veramente per l’Italia, adesso si noti che la tabella è divisa in due parti, cerchiamo di masticare meglio il gerco delle agenzie di rating:

- Investment Grade: per “investimento” si intende qui ogni flusso positivo di capitale con adeguata continuità nel tempo. Per intenderci, S&P consiglia a questi livelli di investire senza porsi troppi problemi sulle dinamiche del mercato, in quanto la remunerazione del nostro investimento è considerata (quasi) sicura.

- Speculative Grade: qui incontriamo il junk rating o rating spazzatura; dobbiamo capire in questo caso un’esilarante distinzione che si fa nella terminologia finanziaria: l’investitore è buono e dà i propri soldi allo Stato per aiutarlo a crescere, lo speculatore è invece cattivo e investe i suoi soldi soltanto per trarne profitti. Ora, è evidente che la distinzione tra speculatore e investitore sia in realtà pressoché inesistente (in quanto chiunque investa il proprio denaro punta, in primo luogo, a trarne un profitto), ma accettiamo in questo contesto tale distinzione. S&P consiglia a questi livelli di investire i propri soldi soltanto ricercando un profitto di breve periodo, agendo quindi da trader con fini puramente speculativi.
Superata la soglia del rating spazzatura, inizierà per i nostri titoli di Stato un periodo di grande volatilità, prendiamo la Grecia: da quando i mercati hanno declassato il debito pubblico di Atene (perchè sono i mercati che bocciano e promuovono, non certo le agenzie di rating), i bond a 10 anni ellenici hanno raggiunto rendimenti imbarazzanti (superiori al 25%), per poi crollare vicino al 7%, crescendo infine superando il 10%. Questo è quello che si teme per l’Italia.
Potremmo chiederci se questo timore sia fondato, la risposta è probabilmente sì. Con tassi reali intorno al 3% (parliamo dei BTP a 10 anni), il nostro Paese non può affatto permettersi di avere un PIL in contrazione (servirebbe infatti, ipotizzando un pareggio di bilancio, una crescita superiore ai tassi reali per far diminuire il rapporto debito/PIL), allora qui la questione è diversa: l’Europa può lasciare fallire l’Italia ?
Assolutamente no, perchè se l’Italia dovesse raggiungere il rating D (la “D” sta per “Default”) allora l’Euro non avrebbe più molto senso di esistere.

 

 

 

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