Cipro: rivolta o bluff ?

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Cerchiamo di ricapitolare brevemente cos’è successo a Cipro in queste ultime settimane.

Premessa:
Cipro è da almeno un anno un paese a fortissimo rischio default, da mesi le banche si trovano a far fronte a crisi di liquidità spaventose, ma fino ad ora tutto è stato nascosto sotto il tappeto come da buona tradizione Sud-Europea.

I fatti:
Dopo una gloriosa campagna elettorale, la Destra ha trionfato alle ultime elezioni, sfruttando l’onda anti-europeista promettendo “totale integrità dei conti correnti nei prossimi anni”.
Sorpresa ! Dopo la vittoria l’esimio presidente del consiglio Cipriota ha rivolto una sonora pernacchia ai suoi elettori e ha calato le braghe di fronte ai Ministri dell’Economia dell’UE, accettando passivamente una prelievo forzoso su tutti i conti correnti di Cipro.
Molti magnati Russi hanno conti correnti a Cipro, e l’idea “di facciata” è proprio quella di colpire questi ultimi, ma il prelievo sarebbe previsto anche su chi possiede poco o niente.
Dico “sarebbe” perché poche ore fa il Parlamento Cipriota ha bocciato quest’ultima possibilità, rispendendo al mittente (l’UE) le vergognose condizione imposte a tutti i cittadini (immaginate poi la grande figura di m. del presidente del Consiglio e del Governo in generale).
Cipro non vuole prelievi forzosi per salvare le proprie banche, bene, ma ora ?
Gli scenari possibili sono tre:
1) Il Parlamento ritratta e approva il prelievo forzoso
2) Il Governo negozia un nuovo patto con la Troika
3) Cipro esce dall’Euro
(L’idea di salvare le banche tramite emissione di nuovi titoli di debito non viene presa nemmeno in considerazione, in quanto porterebbe il rapporto debito/PIL dall’82% di fine 2012 ad un 146% tranquillo tranquillo)

La prima eventualità sarebbe disastrosa per l’intera nazione, la terza potrebbe essere l’inizio della fine dell’Euro e la seconda sembra, a bocce ferme, la possibilità più “intelligente”.
Intendiamoci bene: Cipro non può pensare di non pagare in qualche modo la sua crisi, può però decidere come farlo e in quanto tempo farlo.
Può e ha tutto il diritto di farlo.
Si riapre così un dibattito di fuoco: è giusto che i cittadini paghino le crisi bancarie ? La risposta non è semplice.
Da un punto di vista morale, è ovvio che la risposta sia negativa; il problema che si pone ha però fortissime conseguenze economiche, e, l’economia, la materia diventa più scottante.
In linea di massima, quando una banca è a rischio di liquidità è giusto che sia salvata, nell’ordine, da:
1) Gli azionisti
2) Gli obbligazionisti “junior” (cioè subordinati)
3) Gli obbligazionisti “senior” (non subordinati)
4) I correntisti

L’UE ha così deciso di saltare i passaggi 1,2,3. Complimenti.
La questione è in rapida evoluzione, Sokratis seguirà da vicino Cipro con altri post.

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