Francia: torna la tassa del 75% per i super-ricchi (ma è solo propaganda)

depardieu putin

Era una delle promesse con cui François Hollande era riuscito a farsi eleggere, ora la Corte Costituzionale ha approvato il nuovo scaglione fiscale per i contribuenti che guadagnano più di un milione di Euro

depardieu putin

Monsieur Hollande ce l’ha fatta, dopo un primo rifiuto della Corte Costituzionale poco meno di un anno fa, da oggi torna la maxi-aliquota del 75% sui redditi annui superiori ad un milione di Euro.

Ecco qualche dettaglio aggiuntivo che ci fornisce Bloomberg:

“In base alla proposta di Hollande, le imprese dovranno pagare una tassa pari al 50% sugli stipendi maggiori all’1%. In combinazione con altre tasse e contributi, l’aliquota sarà pari al 75% dei salari sopra alla soglia stabilita” così ha sancito la Corte Costituzionale.

Dunque, formalmente l’aliquota è pari al 50%, ma è stata introdotta e pensata per inserirsi come un ingranaggio nell’intero sistema fiscale Francese in modo tale da produrre un “effetto leva” che la porterà al 75%.

Detto questo, le domande che stanno occupando le pagine dei quotidiani Francesi in queste ore sono due:

1) Quanti contribuenti guadagnano più di 1 milione di Euro all’anno in Francia ?

2) Questa tassa produrrà davvero più gettito per lo Stato Francese ?

Per quanto riguarda la prima domanda, è già partita la guerra dei numeri tra i politici (per ora gli unici che potrebbero parlare – cioè i signori dell’Agenzia delle Entrate Francese – tacciono); il premier Francese Ayrault parla di “almeno 3000 contribuenti”, il Ministro dell’Economia Pierre Moscovici aveva detto, ancora ai tempi della campagna elettorale del 2012, che il numero di persone che sarebbero stati colpiti da questa tassa si aggirava tra i 7000 ed i 30000 contribuenti, Vincent Drezet (segretario nazionale del sindacato SNUIP) parla invece di un numero compreso tra 15000 e 20000.
Facendo una media tra le dichiarazioni della politica il numero finale non dovrebbe superare di molto i 20000 contribuenti.
È esilarante vedere questo dibattito politico sui numeri di super-ricchi presenti in Francia, evidentemente anche all’estero (e non solo in Italia) si sottovaluta l’effetto della famosa curva di Laffer.

La curva di Laffer dice che, per aliquote molto elevate, il gettito fiscale finale per lo Stato tende paradossalmente a contrarsi (non è vero Sig. Monti ? IVA e accise sulla benzina dovrebbero essere una prova sufficiente di quanto affermava Laffer):

http://www.veja.it/wp-content/uploads/2012/05/curva-laffer.753.jpg

Il risultato finale sarà, come vedrete voi stessi dai numeri che avremo a disposizione l’anno prossimo, un crollo improvviso dei contribuenti che dichiarano redditi maggiori a 1 milione di Euro. Senza arrivare a casi eclatanti come quello dell’attore Gérard Depardieu e della sua fuga in Russia, i grandi nomi della moda (per nominare un settore Francese a caso in cui i super-ricchi abbondano), molti calciatori strapagati e altri grossi contribuenti continueranno a guadagnare milioni, ma non in Francia.

E quindi ? La tassazione dei più ricchi vedrà mancare il suo ingrediente principale: i ricchi. Siamo di fronte ad una “tassa di propaganda” (“Guardate come siamo bravi che tassiamo quei cattivoni dei ricchi”), che, nel migliore dei casi, non porterà ricchezza aggiuntiva per lo Stato Francese (ovviamente, nel peggiore e più probabile dei casi, il gettito fiscale si ridurrà).
Per rispondere dunque alla seconda domanda sull’efficacia o meno della nuova aliquota sui super-ricchi, abbiamo ragioni sufficienti per dire che no, questa tassa non avrà effetti positivi per la Francia.

 

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