Partirà domani la terza fase dell’Abenomics, quella delle riforme strutturali: il Governo Abe ha vinto anche le elezioni per la Camera Alta
I risultati ufficiali usciranno tra qualche ora, ma gli exit poll non lasciano tanti dubbi: la coalizione del Presidente del Consiglio Shinzo Abe otterrà 130 seggi su 242 nella Camera Alta del Giappone, i mercati sono pronti ad esultare.
Vi ricordiamo un fatto importantissimo: il prossimo appuntamento elettorale per Tokyo è fissato nel 2016, questo dovrebbe consentire al Governo di cominciare davvero a pensare al lungo periodo, intervenendo con riforme strutturali (una su tutte la riorganizzazione del sistema fiscale del Paese) che dovrebbero finalmente rilanciare l’economia reale.
Cosa farà ora il Governo Abe ?
Non è una domanda facile, qualcuno pensa che sia giunto il momento di intraprendere un cammino di riforme impopolari, altri sostengono l’esatto contrario, Abe dovrebbe abbassare le tasse per continuare a spronare la crescita.
Il problema è che Abe ha fatto sapere i temi sui quali vuole intervenire, ma non ha mai citato misure precise. Di certo è che, sistemata la pratica della politica monetaria, è il momento di passare alla politica fiscale: il buon senso ci dice che le riforme che Abe proporrà non saranno comunque troppo impopolari (non si può certo correre il rischio di annullare gli sforzi fatti negli ultimi mesi), ma è chiaro che, se il Giappone intende mantenere un tasso di crescita del PIL superiore al 3% annuo, servirà una riforma del mercato del lavoro (magari una riforma alla Fornero, che in un’economia in crescita come in Giappone potrebbe essere utile a contrario di quanto visto in Italia) ed un ripensamento del sistema fiscale (lento e graduale aumento delle tasse, cercando magari di colpire il meno possibile i consumi).
Sicuramente il premier Giapponese parlerà tra poche ore, nei prossimi giorni capiremo meglio quali siano le sue precise intenzioni.
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