Giappone: il debito pubblico ha superato ¥1.000.000.000.000.000

shinzo abe

Il dato fa abbastanza impressione, il debito pubblico Giapponese si aggira intorno ai 10 trilioni di Dollari, un confronto con il PIL fa ancora più paura

shinzo abe

Speriamo che il Giappone regga, perchè questo post avrebbe potuto avere un titolo diverso, del tipo: “La terza economia Mondiale ha un debito pubblico pari al 247% del PIL”, quindi, arrivati a questo punto, non ci rimane che sperare che chi ha il potere in Giappone abbia idea di quello che sta facendo.

Probabilmente gli effetti dell’Abenomics (che, per chi vuole vederli, ci sono già) saranno più evidenti nei prossimi mesi, ma intanto crediamo che valga la pena mostrarvi un grafico:

japan quadrillion debt

Questo è il principale motivo che ci spinge a non preoccuparci più di tanto, l’esplosione del debito pubblico Giapponese è dovuta soprattutto al massiccio QE della Bank of Japan, per cui mettiamoci bene in testa una cosa: il Giappone non ha problemi di liquidità (è sempre meglio ribadirlo, si sa mai che qualche fan del default Giapponese se lo dimentichi).

Il problema è un altro, la tanto attesa inflazione. Sì perchè, per poter battere il pugno sul tavolo e irridere chi critica l’Abenomics abbiamo bisogno di un livello di inflazione sopportabile. Ve lo ricordiamo, più l’inflazione è alta, più il debito pubblico di un Paese si riduce in termini reali (se X deve 100 a Y ma da X l’inflazione è alta, in pochi anni il debito di X potrà essere facilmente saldato visto che quei 100 avranno perso valore per via dell’aumento dei prezzi, il povero Y si troverà in mano il suo credito di 100 che avrà un valore nettamente inferiore rispetto al momento in cui il debito è sorto):

japan quadrillion debt

Per dirla tutta, il 2% di cui parla la BOJ sembrerebbe non bastare. Un 5% di inflazione dovrebbe ridurre nettamente il debito pubblico anno dopo anno, ma è un obiettivo difficile da raggiungere.

Per concludere, non siamo così preoccupati dal valore nominale del debito pubblico Giapponese, quello che più ci preoccupa è il suo valore reale (quindi l’inflazione che, per ora, fatica ad arrivare).

 

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