Inflazione: perchè la BCE deve intervenire (e perchè non lo sta ancora facendo)

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Niente da fare, ancora una volta la BCE ha deciso di rimandare il QE ignorando il grosso rischio di deflazione nell’Eurozona, ma Draghi ha lasciato intendere qualcosa di molto importante sulle “misure non convenzionali”

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(ripubblicazione articolo del 4 aprile 2014)

Prima di leggere questo post, consigliamo a tutti i lettori di rivedere l’ultima conferenza stampa di Mario Draghi di inizio Aprile facendo click qui.

Vorremmo concentrarci su una serie di frasi fondamentali dette dal Presidente della BCE ai giornalisti presenti a Francoforte:

1) “Il consiglio direttivo della BCE sta valutando misure non convenzionali”

2) “Lo scorso mese non si è parlato di QE, questa volta, invece, c’è stata una lunga discussione sul tema”

3) “Stiamo riflettendo, e lo faremo ancora per settimane, su come predisporre tecnicamente il QE”

Se fate 1+2+3 capirete che abbiamo avuto ragione nelle nostre previsioni economiche di inizio anno (potete consultarle a questo link): la BCE si sta preparando per il Quantitative Easing.

Ora, vi ricordiamo perchè la nostra banca centrale deve intervenire:

Come ha detto Draghi: “Un lungo periodo di inflazione bassa nel breve periodo va ad influire anche sulle previsioni di inflazione di medio-lungo termine” o, se preferite avere una frase ancora più chiara: “A volte si può credere di essere in un periodo di bassa inflazione, quando invece si è già in piena deflazione”.
L’errore più grande commesso della BCE, citando sempre Mario Draghi, è stato quello di “aver sbagliato le stime di inflazione”.
Domanda: come mai allora non è già partito il QE ?
Sapendo che, in realtà, la BCE sta già lavorando alla predisposizione tecnica del QE, per ora la risposta di Draghi è: “Gran parte della disinflazione a cui stiamo assistendo è dovuta soprattutto al calo dei prezzi nel settore energetico e alimentare”.
E infatti, se prendiamo l’inflazione “core” (che esclude queste ultime due categorie di prezzi), vediamo che questa è più alta di quella “headline” (la prima che abbiamo mostrato in questo post):

Sì, va bene, l’inflazione core è più alta di quella headline (0,8% contro 0,5%), ma possibile che quello 0,3% di differenza sia sufficiente per la BCE per non adottare misure monetarie shock ?
Ovviamente no, siamo convinti che Draghi nell’ultima conferenza stampa abbia solo preso tempo: come abbiamo già detto, a Francoforte si sta già lavorando al QE.

C’è poi un altro appunto fatto da tanti economisti e ripetuto da Draghi: il fatto che le festività pasquali (periodo in cui si assiste, di norma, ad una crescita dei consumi e, dunque, ad un ritocco verso l’alto dei prezzi al consumo) giungeranno con un mese di ritardo rispetto all’anno scorso potrebbe aver causato il dato sull’inflazione più basso del previsto.
Questo dovrebbe spiegare perchè la BCE non ha tagliato i tassi; infatti, negli ultimi minimi raggiunti dall’inflazione, la banca centrale ha sempre risposto abbassando i tassi, evidentemente si crede che l’ultimo dato (inflazione headline pari a 0,5%) sia legato più ad un fattore temporale che economico:

Vi ricordiamo, infine, il grafico fondamentale che sta spingendo anche i membri tedeschi del direttivo della BCE a discutere di QE. Stiamo parlando delle previsioni di inflazione nel medio periodo, un grafico importantissimo che tutti noi dovremmo avere in mente:

Siamo sotto alla linea blu, cioè alla previsione più bassa di inflazione nell’Eurozona:

Inflation+forecasts Draghi e BCE: tassi invariati e ammissione di non indipendenza
Prepariamoci, il QE arriverà presto.

 

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