Italia: lo spread si dirige verso quota 150 punti

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In questi giorni il fantomatico spread Btp-Bund si trova intorno ai 180-190 punti, ma ci sono ragioni per credere che prestissimo potremmo vedere un’ulteriore discesa del differenziale, vi spieghiamo perchè crediamo che sarà così

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(articolo originariamente pubblicato il 20 febbraio 2014)

Lasciate perdere quell’enorme e noiosa telenovela che è la politica italiana: chi compra Btp se ne infischia dei Berlusconi, dei Renzi, dei Monti e dei Letta. Lo abbiamo detto almeno un centinaio di volte su questo sito, ma ripetersi non fa mai male: chi compra titoli di Stato nell’Eurozona in questo momento si fida solo ed esclusivamente di un unico attore economico, ovvero la BCE.

Detto questo, avrete notato che da qualche giorno i mercati hanno abbandonato il preoccupante scenario di “Risk Off” per tornare al tanto amato “Risk On” in cui si preferisce comprare asset ad un rischio maggiore in cambio di un premio finanziario superiore.
Traduzione: con il ritorno (almeno momentaneo) alla calma di Wall Street e dei mercati emergenti in tanti stanno tornando a comprare anche i titoli di Stato a rendimento meno “certo” come quelli dei PIIGS in Europa, a discapito di altri asset meno rischiosi come i Bund tedeschi.
Avrete quindi notato l’improvvisa discesa dello spread (siamo arrivati di recente a quota 180 punti) nonostante la caduta del Governo Letta (ennesima prova del fatto che il mercato se ne infischia della vita politica qui da noi) e, se possiamo spingerci oltre, vorremmo farvi notare che ci sono ottimi motivi per pensare che lo spread possa scendere ancora molto nei prossimi giorni.

Diciamo questo perchè l’ultimissima asta Bund è stata un flop in Germania, ecco come Il Sole 24 Ore riporta la notizia:

La Germania ha mancato l’obiettivo massimo di cinque miliardi cui puntava per l’asta del bund febbraio 2024, riuscendo a collocare solo 3,796 miliardi. Lo comunica la Bundesbank che parla di asta «tecnicamente non coperta». Il rendimento medio dell’asta è risultato in calo all’1,64% dall’1,77% dello scorso 29 gennaio. Il rapporto di copertura è peggiorato a 1,14 da 1,81.

La mancata copertura era attesa dal mercato ed è legata al livello estremamente basso toccato dai tassi sui titoli tedeschi che, segnalano gli analisti di Unicredit, è vicino alla resistenza tecnica di 1,65-1,67 per cento. L’attuale bond a 10 anni tedesco con scadenza a febbraio 2014 tratta con un rendimento più basso di 13 punti rispetto a quello che scade un anno prima (febbraio 2013). Il differenziale tra i due titoli è abbondantemente oltre il livello medio degli ultimi mesi e questo spiega perché il collocamento non ha avuto un buon riscontro in termini di domanda.

I rendimenti tedeschi sono troppo bassi e, dunque, chi cerca affari preferisce comprare titoli più rischiosi (come dice sempre Il Sole 24 Ore):

Si mantiene altro, per contro l’interesse del mercato per i più redditizi titoli di Stato dei Paesi periferici. Oggi il Portogallo ha collocato con successo un miliardo di euro di titoli a 12 mesi con un rendimento allo 0,75%, ai minimi da quattro anni e in netto calo rispetto allo 0,86% della precedente asta di gennaio. Solida la domanda pari a 2,12 volte l’offerta.

E stiamo parlando del Portogallo, che è probabilmente il peggior debitore in Europa !

Insomma, il risultato naturale di questa contrazione nella domanda di Bund e crescita nella domanda di titoli periferici è evidente: il rendimento dei primi salirà e quello dei secondi scenderà, è per questo motivo che lo spread per l’Italia scenderà presto.

Fino a quanto scenderà ? Crediamo che questa fase di “Risk Off” non durerà, dunque non appena Wall Street tornerà a scendere insieme ai mercati emergenti e al Nikkei vedremo un’inversione di tendenza. Arrivati in quel momento cercheremo di capire fino a che livello potranno salire i rendimenti dei nostri titoli di Stato, ma per farlo aspettiamo che le acque tornino ad agitarsi un po’.

 

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