La Banca Mondiale pronta ad agire dopo le decisioni della FED ?

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La Banca Mondiale si dice “seriamente preoccupata” dalle decisioni comunicate ieri al Mondo da Ben Bernanke, per questo sta pensando di intervenire per rendere meno traumatico il rallentamento del QE

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La Banca Mondiale ritiene che il rallentamento del bazooka-QE avrà un effetto particolarmente dannoso sui Paesi emergenti. Per questo motivo, pare che si stiano studiando misure ad hoc per sostenere le economie che risentiranno maggiormente delle decisioni della FED.

Da Milano Finanza:

La Banca mondiale è preoccupata degli effetti che il giro di vite monetario della Fed (se le condizioni economiche degli Usa lo permetteranno) avrà sui Paesi emergenti, ed è pronta a  fornire loro liquidità a costi abbordabili  quando i tassi saliranno.

I mercati in via di sviluppo sono stati quelli che hanno beneficiato maggiormente della creazione di nuovi dollari da parte della banca centrale statunitense e nelle ultime settimane sono stati i più penalizzati dai timori degli investitori per la fine della poliica monetaria espansiva americana.

“Guardiamo costantemente gli effetti delle mosse della banca centrale Usa sui Paesi emergenti”, ha detto in un’intervista alla Reuters Jim Yong Kim, presidente della World bank, “se gli Usa rallentano il programma di quantitative easing i costi dei finanziamenti saliranno e sarà così anche per gli emergenti e questa è una vera preoccupazione”.

Kim ha anche sottolineato che se il costo del capitale inizierà a crescere “dobbiamo trovare soluzioni per far arrivare risorse per finanziare i progetti nelle infrastrutture a tassi che hanno senso per i Paesi emergenti, molti dei quali hanno recuperato rapidamente dopo la crisi finanziaria del 2007-2009.

Secondo Kim non ci sarà fuga di capitali da queste aree nelle dimensioni viste durante la crisi di fine anni 90, e la Fed nel frattempo non cambierà politica in modo brusco e incisivo. In effetti ieri sera il presidente della banca centrale Usa, Ben Bernanke, ha dichiarato che inizierà a diminuire gli acquisti dei bond dalla fine del 2013 per poi azzerarli a metà 2014, ma i tassi sui Fed fund resteranno agli attuali livelli almeno fino al 2015.

Il rischio “contagio” c’è, e il fatto che anche negli USA si preoccupino della fine del QE ci dimostra quanto, nonostante i dati positivi degli ultimi mesi, Washington è ben lontana dalla risoluzione della crisi economica in cui è attanagliata dal 2008.

 

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