L’anomalia economica che ha portato la Russia di Putin ad una crescita così clamorosa negli ultimi 20 anni si sta ritorcendo contro Mosca, creando una crisi dalla quale non sarà semplice uscire
Non riusciamo a sopportare l’idea che qualcuno là fuori possa pensare che la Russia sia in recessione a causa delle sanzioni economiche di Washington e Bruxelles, è una cosa che proprio non sta in piedi.
Certo, non possiamo nemmeno negare che le restrizioni al commercio imposte dall’occidente abbiano reso più difficoltosa la crescita economica di Putin-landia, ma, come disse una volta un altro leader orientale, quando il dito punta verso la luna lo sciocco fissa il dito.
Questa è la situazione attuale in Russia:
Due trimestri consecutivi con il PIL in calo, questa è tecnicamente una recessione e non ci sono nemmeno ragioni per prevedere un ritorno alla crescita nel prossimo trimestre.
Possiamo anche ingrandire il grafico sull’area che ci interessa:
Lo ripetiamo da anni (già da quando nessuno avrebbe sospettato che la Russia un giorno sarebbe entrata in questa crisi solitaria) e lo faremo ancora una volta: l’economia russa dipende troppo dal settore petrolifero.
Un’economia che dipende troppo da un settore può registrare un forte periodo di crescita, ma se poi il supporto di questo settore viene a mancare, ecco sopraggiungere una serie di guai capaci di frenare l’intero paese per anni.
E, prima o poi, questo giorno doveva arrivare:
E attenzione, non è che il PIL sta scendendo semplicemente per i minori introiti fiscali dello Stato russo dalla vendita di petrolio, la situazione è ben più grave.
Qui, infatti, siamo già al contagio sui consumi:
E se in Italia abbiamo chi crede che Putin e la Russia siano un modello economico-politico da imitare, pensate un po’ a come diamine stiamo messi per il futuro.
Aprire un libro di economia non ha mai fatto male a nessuno, ma l’Italia si governa parlando alla pancia dell’elettorato, e allora è bello invidiare anche chi non sta meglio di noi.
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