A nostro parere, troppi siti di informazione economica hanno sottovalutato la sentenza della Corte Suprema Americana: ma ci rendiamo conto del pericolosissimo precedente che è stato appena creato ?
(ripubblicazione articolo del 19 giugno 2014)
Torniamo indietro nel tempo, vi ricordate i titoli dei giornali tra la fine del 2001 e l’inizio del 2002 ?
Il 23 Dicembre 2001 viene eletto Presidente dell’Argentina Adolfo Rodríguez Saá, il quale ha un’ottima pensata: “Vado lì davanti a tutti la sera delle elezioni e dichiaro la bancarotta del Paese, chissà che successone”
Pochi giorni dopo, il 28 Dicembre 2001, Saá si dimise evitando le conseguenze dell’annuncio da fenomeno fatto la settimana prima.
Il suo successore fu Eduardo Oscar Camaño, il quale divenne Presidente il 31 Dicembre 2001, disse di voler traghettare il Paese fuori dalla crisi finanziaria.
Quattro giorni dopo, il 3 Gennaio 2002, la lunga presidenza Camaño si concluse con dimissioni date di fretta.
Fu la volta di Eduardo Duhalde, colui che si prese la responsabilità del default (pardon, dell’haircut) argentino annunciato da Saá e ritenuto, oramai, inevitabile.
L’haircut fu una botta tremenda per gli investitori, il debito pubblico fu tagliato del 70% e moltissimi accettarono comunque di ricevere 0,30 $ per ogni Dollaro prestato a Buenos Aires.
Moltissimi, ma non tutti.
Il 92% dei bond fu tagliato, il restante 8% rimase in mano a qualche testardo investitore che pretendeva che gli fosse ripagata la totalità del suo credito verso il Paese Sudamericano.
Il fatto è che, 12 anni dopo, l’Argentina non vuole ripagare quell’8%.
Si sa, in caso di haircut hai due possibilità:
1) accetti l’haircut con l’amaro in bocca, e lo fai perchè sai benissimo che l’alternativa è perdere tutti i tuoi soldi
2) rifiuti l’haircut e continui la tua battaglia legale cercando di ricevere tutti i tuoi soldi, magari aspettando più tempo
Ebbene, il 92% di chi ha investito nel debito pubblico aveva scelto la possibilità 1), mentre l’8% si era impuntato chiedendo l’opzione 2).
Tra questo 8% si trovano soprattutto grossi hedge-fund americani, che hanno presentato il loro ricorso, a distanza di anni, alla Corte Suprema Americana.
Come vi abbiamo detto l’altro giorno, la Corte Suprema ha dato ragione agli hedge-fund, mettendo l’Argentina alle strette.
La borsa argentina è crollata:
Ma questa è roba che sappiamo. Quello che c’è di nuovo sono le terribili conseguenze economico-finanziarie che la sentenza americana può avere per tutti noi.
Pensateci.
Torniamo alle due possibilità in caso di haircut:
1) me ne vado a testa bassa e con la coda fra le gambe prendendo alcune briciole del mio credito
2) non demordo e aspetto, alla fine i miei soldi arriveranno
La corte USA ha legittimato pienamente la seconda possibilità. Nel caso in cui l’Argentina dovesse davvero ripagare gli hedge fund americani, allora qualcuno comincerebbe a porsi una legittima domanda: “Ma se alla fine riceverò tutti i miei soldi aspettando più tempo del previsto, perchè dovrei accettare una cifra irrisoria oggi ?”.
Potrebbe essere la fine degli haircut del debito pubblico, e, nel caso in cui anche il nostro Paese un giorno dovesse ricorrere a quest’arma, potremmo assistere all’incredibile fallimento della procedura di fallimento, una cosa che ha davvero dell’incredibile.
Strano a dirsi, ma forse ci conviene sperare che l’Argentina se ne freghi completamente della decisione della Corte Suprema USA.
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