La Svizzera conferma la manipolazione dei cambi

Forex-Currency-Trading

Le autorità Svizzere hanno pubblicamente ammesso le irregolarità commesse sul mercato cambiario. I colpevoli ? Alcuni “grandi banche” di cui non ci è dato conoscere il nome

Forex-Currency-Trading

La Svizzera conferma la mega-speculazione al fixing dei cambi. Le autorità svizzere hanno ammesso oggi l’esistenza di manipolazioni sul mercato delle divise da parte di alcune, non meglio specificate, grandi banche. “E’ un fatto”, ha affermato il ministro svizzero delle Finanze, Eveline Wuidmer-Schlumpf. “Sono state commesse manipolazioni sul mercato dei cambi”. Allo stato attuale non è chiaro, ha precisato, l’estensione di tale pratiche e quali siano le istituzioni implicate.

Anche il commissario alla Concorrenza, Joacquin Almunia, ha “dei sospetti” che siano avvenute manipolazioni nel mercati dei cambi. “Quando ci sono dei sospetti si deve verificare che siano ben fondati o meno ed è questo il lavoro che stanno facendo i miei servizi”.

Bisogna comunque attendere i risultati dell’inchiesta, aperta lo scorso 3 ottobre dalla Finma, l’autorità elvetica di supervisione dei mercati finanziari, e da autorità analoghe di altri Paesi, tra cui la Fca britannica, che stanno attualmente ancora indagando.

Ogni giorno sul mercato dei cambi si sposta nel mondo una massa enorme di denaro, stimata in 4.700 miliardi di dollari. Alcune grandi banche sarebbero in grado di mettersi in contatto in anticipo con gli operatori, che conoscono le posizioni di tutte le banche e dei loro clienti, allo scopo di fissare la posizione più redditizia sul mercato prima del fixing, facendo così profitti illeciti.

Non sono stati forniti i dettagli sugli istituti al centro delle indagini, ma nei giorni scorsi Ubs aveva licenziato due direttori attivi proprio nel settore delle valute. Secondo informazioni non confermate, i due dipendenti erano attivi rispettivamente a Zurigo e a New York e il loro allontanamento sarebbe legato proprio alle indagini che sta portando avanti la Finma.

 

Articolo tratto da “Milano Finanza”

Altri articoli

Lascia un commento per primo

Leave a comment

Your email address will not be published.

*