Le difficoltà del Venezuela del dopo-Chavez

maduro venezuela

Il presidente Venezuelano neo-eletto Nicolas Maduro ha di fronte a sé un panorama economico molto difficile: tra inflazione in rialzo e crescita in rallentamento, governare il paese con una maggioranza risicata sarà molto complicato

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Maduro ha vinto le elezioni con un margine di voti in più mai visto nel Venezuela degli ultimi 50 anni.

E dire che l’altissima spesa sociale introdotta dal suo carismatico predecessore, Hugo Chavez, grazie soprattutto al boom delle aziende petrolifere degli ultimi anni sembrava aver creato un consenso enorme per il Partito Socialista Venezuelano. L’endorsement che lo stesso Chavez aveva concesso a Maduro prima di morire sembrava presagire un’indistruttibile continuità per il paese Sudamericano.

Ci si attendeva, insomma, una vittoria a man bassa. Invece, a sopresa, il margine di vittoria è stato solo dell’1,6%, tanto che il leader dell’opposizione moderata Henrique Capriles si è rifiutato di riconoscere la sconfitta, chiedendo anzi che i voti siano contati di nuovo.

A peggiorare il quadro, ci si aspetta per il 2013 un forte rallentamento del settore petrolifero in Venezuela, dove troverà Maduro i soldi per sostenere l’enorme spesa per le politiche sociali ?

Inoltre, l’inflazione annuale sembra sempre più diretta verso un insostenibile 30%, questo per via soprattutto di una recente svalutazione del Bolívar Fuerte, la moneta nazionale Venezuelana.

“Avremo sicuramente una riduzione della spesa pubblica, specialmente per quanto riguarda il programma di edificazione e urbanizzazione, e la svalutazione contribuirà anch’essa a limitare la crescita nel Paese” ha dichiarato Angel Garcia, rappresentante della società di consulenza Econometrica, che ha sempre avuto un ruolo fondamentale per il Governo.

I più esperti di economia si saranno accorti che il caso del Venezuela potrebbe essere quello della tanto temuta stagflazione, ovvero un periodo di alta inflazione combinata con una deleteria stagnazione dell’economia. Ci si augura ovviamente che non sia così, dato che, storicamente, la stagflazione è spesso culminata in clamorosi default.

Per ora però, da Wall Street gli investitori continueranno probabilmente ad acquistare titoli di Stato Venezuelani, che hanno, da sempre, tassi di rendimento interessanti. Il debito pubblico Venezuelano è destinato a salire rapidamente nei prossimi mesi, Maduro dovrà inventarsi qualcosa di geniale per evitare di essere detestato dai suoi elettori e, allo stesso tempo, dovrà evitare il default del paese. Auguri

 

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