L’elevatissimo “rischio di povertà” nell’Eurozona

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I dati dell’Eurostat suonano come l’ennesima presa in giro da parte dei nostri politicanti che continuano a parlare di ripresa economica come il PIL Italiano stesse crescendo del 10% annuo, è una vergogna

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Dopo la Grecia, l’Italia è il Paese con il rischio di povertà più elevato in tutta l’Eurozona.
Ecco una tabella riassuntiva dei dati diffusi dall’Eurostat:

Il 25% degli Europei ed il 30% degli Italiani è a rischio povertà, che è un termine tecnico per dire che quasi un terzo degli Italiani non arriva alla fine del mese.
Non arrivare alla fine del mese non significa spendere e spandere per 28 giorni per poi stare a digiuno fino al 31esimo giorno, significa che già a metà mese i conti cominciano a non tornare, e che, evidentemente, si fanno tanti sacrifici anche per quanto riguarda i beni di prima necessità (si mangia di meno, altrimenti non si spiega l’andamento dei prezzi degli alimentari).

Stiamo parlando di un dramma umano senza precedenti nelle ultime tre generazioni, anche se sarebbe interessante confrontare i dati di oggi con quelli del 1946 in Italia, quando la guerra aveva distrutto tutto e bisognava rimboccarsi le maniche per ricostruire un Paese dalle macerie.

Quello che non sono riusciti a fare le bombe durante la Seconda Guerra Mondiale lo sta facendo una valuta, o, meglio, dei teorici della fame che difendono una valuta nata male, cresciuta malissimo e che, prima o poi, morirà facendo un gran frastuono.

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