Paul Krugman: il male causato dalla Germania all’economia mondiale

Princeton University Economics Professor Paul Krugman Interview

Dal New York Times traduciamo un articolo del premio Nobel per l’economia Paul Krugman che spiega perchè la Germania sta danneggiando l’intera economia mondiale

Princeton University Economics Professor Paul Krugman Interview

I Tedeschi sono davvero indiavolati contro il dipartimento del Tesoro Americano, il cui rapporto semetrale sull’economia internazionale e sulle politiche dei tassi di cambio afferma un po’ di cose negative riguardo al modo in cui la politica macroeconomica Tedesca sta influenzando l’economia mondiale. Le autorità Tedesche dicono che le conclusioni del rapporto sono “incomprensibilii” – cosa abbastanza bizzarra dato che queste sono semplicemente inequivocabili.

Oh, e sì, gli Stati Uniti hanno spiato senza alcun motivo Angela Merkel – ma questo non ha nulla a che fare con la questione, e chiunque tira fuori l’argomento in questa conversazione dimostra soltanto la sua bancarotta intellettuale.
Inoltre, un discorso franco sulle politiche economiche Tedesche non fa di te un anti-Tedesco o un anti-Europeo; ancora una volta, chiunque cerchi di evitare la sostanza del discorso riportando questo tipo di accuse ha di fatto ammesso la sua sconfitta nella conversazione.

Dunque ora torniamo all’argomento principale. Ecco un breve riassunto della Storia dell’Eurozona, raccontata attraverso un numero per due Paesi, Germania e Spagna:

La creazione dell’Euro è stata seguita dall’emergere di pesanti squilibri, con grandi quantità di capitali che sono passate dal centro dell’Eurozona alla periferia. Dopodiché c’è stata un’interruzione improvvisa dei movimenti di capitali privati, il che ha costretto i Paesi della periferia ed eliminare i loro deficit di conto corrente, anche se questo processo è stato rallentato dall’intervento di prestiti ufficiali, cioè fatti principalmente tra banche centrali. La notizia peggiore per la periferia è che, fino ad ora, l’aggiustamento ha avuto l’effetto principale di creare depressione in molte economie, piuttosto che far crescere la loro competitività; dunque la controparte di questo “miglioramento” per la Spagna è un tasso di disoccupazione pari al 25%.

Normalmente ci si aspetterebbe (e ci si dovrebbe aspettare) che l’aggiustamento sia piuttosto simmetrico, con i Paesi in surplus che peggiorano i loro avanzi di conto corrente e quelli in deficit che riducono i propri disavanzi. Ma questo non è accaduto. La Germania non ha effettuato nessun aggiustamento; tutto il miglioramento che si è visto nei conti pubblici dell’Europa periferica si è creato a discapito del resto del Mondo.

Ed è una cosa molto grave. Siamo sempre in un Mondo che è governato da una domanda inadeguata e che è soggetto spesso al paradosso del risparmio. Avendo avanzi commerciali impropriamente grandi, la Germania sta danneggiando la crescita e l’occupazione mondiale. I Tedeschi possono trovare tutto ciò incomprensibile, ma è semplicemente macroeconomia di livello base.

Si potrebbe ribattere che non è il Governo Tedesco che ottiene avanzi commerciali – ma questo è sbagliato (io stesso sono caduto in questa trappola, ma ho riconosciuto l’errore). La ragione è che la Germania ha imposto a tutti l’austerità fiscale nonostante lo stato in cui versavano le economie dei suoi creditori, contribuendo ad un irrigidimento generale della politica in tutta l’Eurozona. E un modo di pensare al ruolo della Germania nell’Euro è che Berlino sta in effetti influenzando pesantemente gli scambi con l’estero attraverso il Target 2, che tiene basso il “marco Tedesco ombra”:

Ovviamente, non mi aspetto che le autorità Tedesche ammettano che il Tesoro ha detto delle cose vere nel rapporto. Non sono molto ferrati in macroeconomia da quello che ci pare di aver capito; in effetti, non sono molto ferrati nel cogliere le diverse identità nazionali, dato che la loro idea sembra essere che tutti devono essere come la Germania, e avere elevatissimi avanzi commerciali.

Ma il Tesoro ha semplicemente affermato un’ovvietà.

 

Articolo originale tratto da il “New York Times”

 

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