Paul Krugman: l’Europa, l’Euro, il debito pubblico e la deflazione

euro stagnazione

I Paesi dell’Eurozona con un indebitamento più alto sono, guarda caso, quelli che stanno soffrendo di più la bassa inflazione e la deflazione; vi riportiamo un articolo del premio Nobel Paul Krugman sul tema

euro stagnazione

(ripubblicazione articolo del 23 aprile 2014)

Come ho scritto ieri, la Svezia è appena entrata in deflazione, che è una brutta notizia per varie ragioni, incluso il fatto che il debito privato è molto alto e la deflazione (o anche una bassa inflazione) fa crescere il peso di questo debito. (Tutto questo rende ancora più ironico il fatto che la giustificazione della banca centrale svedese, la Riksbank, per scavalcare una regola basilare della macroeconomia alzando i tassi in un’economia depressa fosse la preoccupazione per un eccessivo indebitamento privato e per la stabilità finanziaria). Lars Svensson, che è stato un profeta senza onore, spiega meglio la questione qui.

Il fatto è che questo è un problema che coinvolge l’intera Europa, non solo l’Eurozona. A volte sentite dire dai difensori della BCE che una bassa inflazione nell’Eurozona non è un problema, perchè è causata soprattutto dal fatto che le economie dei Paesi più indebitati sono in fase di “aggiustamento” e dunque è normale avere bassi tassi di inflazione o addirittura deflazione. Ma questo è completamente sbagliato: la bassa inflazione è un problema ben maggiore di quanto la sua misura aggregata suggerisca, proprio perchè essa è concentrata nei Paesi indebitati, e quindi sta imponendo una pressione maggiore sui debitori di quanto il numero aggregato sostenga.

Vi riporto una rapida e grossolana versione del problema. Ho preso la somma del debito pubblico come quota del PIL e quella del debito privato in rapporto al reddito (i dati sono presi dal database dell’OCSE) – dovrei condurre una ricerca più precisa sui numeri, ma questo è sufficiente per un primo approccio al problema – e li ho confrontati con l’inflazione “core” degli ultimi 12 mesi, questo dato è preso dall’Eurostat (chiedo scusa, non posso inserire i nomi dei Paesi in questo momento con il software che ho a disposizione). L’immagine, per l’Eurozona, ha questo aspetto:

Prima di tutto, quasi nessuno ha un livello di inflazione pari a quello “vicino ma inferiore al 2%” che la BCE ha come obiettivo fondamentale; inoltre, in media, i Paesi con un debito più pesante stanno avendo bassa inflazione o addirittura deflazione. Questo non è un caso: durante la bolla dell’Euro, i capitali sono entrati in alcuni Paesi facendone crescere il debito, e questi sono gli stessi Paesi che ora sono costretti alla svalutazione interna attraverso la deflazione.
Il risultato finale è che, sebbene l’Eurozona non abbia (per ora) un tasso di inflazione negativo, sta già sperimentando la deflazione del debito di cui l’economista Fisher parlava qui.
Traduzione originale di Sokratis di “European Debt Deflation” di Paul Krugman

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