Dopo aver capito che Mosca non può rinunciare alla fornitura di gas in Europa, oggi parliamo delle possibili evoluzioni del PIL russo nei prossimi mesi: gli analisti di Citigroup sono particolarmente severi su questo nodo
(ripubblicazione di un articolo del 12 marzo 2014)
Prima di cadere in facili allarmismi, vi invitiamo a rileggere il post in cui abbiamo argomentato che le possibilità che la Russia interrompa la fornitura di gas naturale verso l’Europa sono davvero basse.
Detto questo, è giunto il momento di allargare il nostro discorso ad un’impostazione più macroeconomica: come si evolverà il PIL russo in caso di guerra con l’Ucraina ?
Prima di tutto, date un’occhiata all’andamento del PIL (su base annua) degli ultimi tempi:
Gli analisti di Citigroup avevano previsto un 2014 abbastanza buono per la Russia, ipotizzando un tasso di crescita del PIL pari al +2,6% (nel 2013 era stato pari ad un deludente +1,3%).
Ebbene, è bastata l’invasione della Crimea per far cambiare idea a questi stessi analisti, ora la previsione di Citigroup parla di un +1% per il 2014, un taglio enorme rispetto all’inizio.
Vi riportiamo il passaggio specifico del comunicato degli analisti al quale facciamo riferimento:
“Abbiamo tagliato le stime sulla crescita del PIL russo a causa della crescente incertezza. Le tensioni in Ucraina minacciano di portare l’economia russa a compiere un grosso passo indietro, creando rischi negativi alla produttività. La combinazione dell’affievolimento di investimenti e consumi legato all’incertezza politica e della politica monetaria restrittiva ci costringe a rivedere le nostre previsioni di crescita per la Russia dal 2,6% annuo all’1% (nel 2013 il PIL era cresciuto dell’1,3%)”
Non sappiamo quanto queste previsioni saranno accurate, ma certo Obama l’aveva detto: “La guerra comporterà costi”, e se lo dicono gli Americani, forse, c’è da fidarsi.
Lascia un commento per primo