Secessionisti veneti: 24 arresti, accuse di terrorismo e detenzione di armi da guerra

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Blitz dei carabinieri del Ros contro un gruppo secessionista accusato di aver messo in atto «varie iniziative, anche violente», per ottenere l’indipendenza del Veneto, e non solo. Ventiquattro gli arresti da parte dei militari dell’Arma in varie regioni, su ordine della magistratura di Brescia. Nelle ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del tribunale di Brescia su richiesta della procura, sono contestati i reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra.

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Al centro dell’operazione «un gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista, che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l’indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano». I Carabinieri hanno anche eseguito perquisizioni a carico di altri 27 indagati.

Tra gli arrestati due ex Serenissimi

Tra gli episodi contestati c’è anche quello, riferiscono gli investigatori, della «costruzione di un carro armato artigianale da utilizzare per compiere un’azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco». Il mezzo, denominato “Tanko”, è stato sequestrato. Era perfettamente funzionante, tanto che erano state eseguite anche delle prove di fuoco.

E infatti tra gli arrestati ci sono due ex Serenissimi che assaltarono il campanile di san Marco, a Venezia, nella notte tra l’8 e 9 maggio 1997. Si tratta di Luigi Faccia e di Flavio Contin.Tra gli indagati, invece, figurano, a quanto si è appreso, un leader del movimento dei Forconi e un ex deputato. L’accusa mossa dalla Procura di Brescia è quella di terrorismo (270 bis c.p.). «Possiamo dire con certezza che non esistono elementi di collegamento con la Lega Nord», ha chiarito il procuratore capo della Procura di Brescia, Tommaso Bonanno.

In compenso, i secessionisti arrestati avevano costituito una «alleanza» eversiva, ha aggiunto Bonanno in conferenza stampa. Il procuratore ha sottolineato che questa «alleanza» è stata costituita nel comune di Erbusco, in provincia di Brescia, il 26 maggio 2012 e comprende movimento separatisti che vanno da “Brescia patria” e alcuni rappresentanti di “Veneto Stato” ad altri movimenti separatisti in Italia.

Tra questi la cosiddetta «Repubblica di Malu Entu» nell’Oristanese, fondata da Salvatore (Doddore) Meloni. La casa e gli uffici dell’indipendentista sardo sono stati perquisiti stamane. Telefoni e computer sono stati sequestrati. Meloni ha convocato una conferenza stampa per questo pomeriggio alle 15.30.

Un conto alla Cassa Padana

I secessionisti veneti, nell’ambito delle loro attività eversive avevano costituito anche un conto bancario presso la Cassa Padana, dedicato alla raccolta fondi. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’Alleanza ha svolto anche una diffusa attività di autofinanziamento, che ha consentito di raccogliere finora non meno di 100 mila euro, grazie a singole elargizioni e l’apertura, appunto, di un conto bancario.

 

Articolo tratto da ilsole24ore.com

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