The Donald Trump Show

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Se qualcuno rinominasse il primo dibattito tra candidati repubblicani alla presidenza in semplicemente “Donald Trump Show”, probabilmente nessuno avrebbe niente da ridire

Il dibattito tra i candidati repubblicani, organizzato e trasmesso giovedi sera da Fox News a Cleveland, è stato seguito da 24 milioni di spettatori, e fra i 10 candidati presenti (dei 17 totali) alla nomination repubblicana per la Casa Bianca, Donal Trump è stato il protagonista assoluto.

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L’imprenditore miliardario, infatti, ha saputo approfittare della sua immagine di “uomo nuovo” e “fuori dagli schemi”, usando un linguaggio provocatorio, esplosivo e polemico, per dominare il confronto.
Quando il moderatore Bret Baier ha chiesto se qualcuno dei candidati pensava di potersi presentare da indipendente alle presidenziali, in caso di sconfitta nelle primarie, Trump è stato l’unico ad alzare la mano, anzi, entrambe le mani. Segno ancora di un personaggio molto televisivo e controverso allo stesso tempo, il che non disgusta agli americani.

Tra gli altri candidati presenti, sono andati bene anche il governatore della Florida, Marco Rubio, e il governatore del Wisconsin, Scott Walker, sembrati molto a loro agio nella confusione del primo dibattito. Bene anche il governatore dell’Ohio, John Kasich, nelle vesti di padrone di casa, e anche Jeb Bush, uno dei candidati più amati dai repubblicani, e che ha saputo affrontare il dibattito portando un cognome abbastanza scomodo.

Ciò nonostante, come abbiamo detto, la scena è tutta per Donald Trump, dominatore indiscusso della serata, incurante delle critiche degli altri candidati, e dei fischi (mischiati ad applausi) del pubblico presente.
Uno dei momenti più significativi della serata è stato quando, alla domanda di un moderatore riguardo le sue affermazioni “Il governo messicano ci sta mandando i suoi criminali”, Trump ha prima risposto con: “Se non fosse per me, nessuno starebbe nemmeno parlando di immigrazione clandestina questa sera”.
Poi ha aggiunto: “Il governo messicano ci sta mandando i suoi criminali,stupratori e spacciatori, illegalmente, perchè
sono stufi di pagare per loro. Dobbiamo costruire un muro, e anche velocemente. Non ho nessun problema a costruire una grande porta in quel muro per consentire a quelle persone di entrare nel nostro paese legalmente, ma dobbiamo lasciare fuori i criminali.”

Anche gli altri candidati si sono mostrati parecchio duri sull’immigrazione clandestina alla frontiera. Strategia forse pericolosa che potrebbe significare la perdita di stati importanti come Florida, Nevada e New Mexico, e dell’elettorato ispanico.

Molto determinante è stato anche l’argomento “aborto”, su cui tutti si sono dimostrati inflessibili, con un “no” secco, andando contro l’opinione della maggioranza degli americani.

Sale comunque la popolarità di Trump dopo il primo dibattito, che lo vede in testa ai sondaggi con il 23%, davanti a Jeb Bush con il 13%. Trump piace. Piace agli americani per la sua libertà di espressione e frizzantezza, e anche spavalderia, anche se spesso le sue opinioni non sono popolari.

Insomma, che Donald Trump ci sappia fare con il pubblico, non è in discussione. La vera sfida nei prossimi mesi per lui sarà quella di unire alle sue espressioni di forte impatto ed esplosività, una concretezza politica e maggiore sostanza di idee, soprattutto su temi fondamentali come immigrazione,politica internazionale e cambiamenti climatici, sui quali per adesso, è ancora debole.

 

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