Wall Street: Storia Delle Ultime Crisi Finanziarie

Nasdaq-Stock-Market

Esistono due ottime misure utilizzabili per rintracciare le grandi crisi finanziarie che si sono verificate a Wall Street negli ultimi 90 anni: la correlazione tra azioni e l’indice di volatilità, vediamo insieme questo riassunto grafico che mostra quanto la prossima crisi finanziaria sia vicina

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(ripubblicazione articolo del 14 luglio 2014)

Mentre l’indice di volatilità è una misura piuttosto nota per calibrare le crisi finanziarie, alcuni lettori potrebbero aver bisogno di un’illuminazione sull’indice di correlazione fra le azioni.

Chi investe sa (o dovrebbe sapere) che una regola fondamentale del trading è differenziare il proprio portafoglio finanziario.
Non è consigliabile comprare azioni molto correlate tra di loro (ad esempio due azioni di due società che operano nello stesso identico mercato, come Google e Yahoo!), perchè queste tendono a salire e scendere di prezzo con una certa contemporaneità.
Comprare azioni con un basso indice di correlazione significa ridurre il rischio attraverso la differenziazione del portafoglio, queste sono le basi del trading.

Ma come può essere utilizzato l’indice di correlazione per calibrare la forza di una crisi finanziaria ?
Quando la correlazione media tra le azioni cresce, ridurre il rischio attraverso la differenziazione è un’operazione sempre più difficile da fare e, di conseguenza, la forza con cui una crisi finanziaria può verificarsi cresce esponenzialmente (se un’azione comincia a scendere si rischia di generare un effetto negativo su altre azioni, le quali sono correlate ad ancora altre azioni e così via, creando un effetto a catena che è tanto più rapido quanto è più alto l’indice di correlazione).

Tutto questo si vede nell’analisi dell’andamento storico della volatilità e della correlazione a Wall Street:

volatility

Per ora la correlazione è leggermente superiore alla media storica (28.2% contro 26.9%), la volatilità invece sembra essere davvero molto bassa.

C’è da augurarsi che la prossima sia una “normale” crisi finanziaria, e non un nuovo 2008.

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