I non-ricchi non credono nella ripresa (e non hanno torto)

ricchezza povertà

Bloomberg ha diffuso una ricerca molto interessante sulla fiducia dei consumatori Americani che si potrebbe estendere anche ad altri Paesi per il suo forte significato demografico, vediamo insieme i dati

ricchezza povertà

Prendete un indice di fiducia dei consumatori serio (come ad esempio quello Americano, per carità non prendete quello Italiano che è calcolato in modo ridicolo) e immaginate di suddividere il campione di consumatori intervistato per stato sociale, reddito e etnia.

Facendo una serie di elaborazioni statistiche Bloomberg ha ottenuto una prova tangibile di quello che, in fondo, sa (o sospetta) anche chi capisce poco di economia: i non-ricchi, in questo periodo, non credono nella ripresa.
Ecco la grafica che prova quanto diciamo (il reddito, essendo la ricerca Americana, è indicato in migliaia di Dollari all’anno):

Consumer confidence ranking

Dalle persone sposate ai single, dai giovani agli anziani: i dati che abbiamo a disposizione sono davvero molto interessanti. Si scopre infatti che:

- il reddito sembra influenzare – con qualche eccezione – l’ottimismo dei consumatori per il futuro

- maggiore è il grado di istruzione, maggiore è la fiducia dei consumatori (sarà perchè, in America, la laurea serve davvero)

- i giovani sembrano essere più pessimisti sulla situazione economica futura rispetto agli anziani

- la famiglia conta: le persone sposate sono mediamente più ottimiste dei single

- i lavoratori part-time hanno meno fiducia dei disoccupati (come a dire che “sottoccupati” è peggio di “disoccupati”)

Bloomberg sottolinea però il fatto che lo scenario sia in lieve miglioramento un po’ per tutte le categorie rappresentate sopra, inutile notare che la percezione della crisi (con indice di fiducia negativo) è ancora molto presente tra gli Americani.
Gli unici che negano la crisi sono quei pochi che guadagnano più di 100.000 $ all’anno, e come dargli torto ?

 

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