In quanti conoscono la regola numero uno per investire in Borsa ?

keynes

In pochi sanno che, tra le altre cose, John Maynard Keynes è noto anche per un esempio sul funzionamento dei mercati finanziari che sembra trovare conferme nella cronaca di tutti i giorni

keynes

Keynes iniziò la sua attività di trader nel 1919, quando cioè aveva 36 anni (dunque in età piuttosto avanzata rispetto alla media). Utilizzando una leva 1:10 (investendo una sterlina poteva aprire una posizione long/short per 10 sterline attraverso il suo broker) Keynes investiva soprattutto sulle valute, mantenendo una posizione long sul Dollaro e short su quelle Europee (anche sulla nostra Lira).
Un anno dopo, quando l’economista si trovava in vacanza a Roma, venne informato dal suo broker che aveva guadagnato 22.000 sterline sul franco Francese e ne aveva perse 8.000 sul Dollaro Americano. Tenete conto che allora non c’erano strumenti informatici come oggi, quindi era molto complesso tenere conto di ogni movimento dei prezzi (i grafici venivano addirittura disegnati a mano), dunque la notizia del guadagno di 14.000 sterline era giunta davvero come una sorpresa per Keynes.
La strategia di trading dell’economista era senza dubbio vincente, ma era limitata dalla mancanza degli strumenti analitici che abbiamo a disposizione oggi. Inoltre Keynes investiva sempre basandosi sulle proprie previsioni di lungo periodo (dunque basate sui decenni successivi), quando, si sa, in Borsa è difficile fare soldi in questo modo.

Tuttavia c’era una cosa che Keynes aveva capito allora che in molti oggi, nonostante tutti gli strumenti disponibili, stentano a capire.
L’economista parlava a riguardo di un esempio molto particolare, quello del concorso di bellezza.
Immaginiamo di essere uno scommettitore e di voler scommettere su chi vincerà un concorso di bellezza con 3 concorrenti (se preferite le donne immaginatelo femminile, altrimenti maschile, poco importa); su chi dovremmo scommettere ?
La risposta, banale, potrebbe essere “su chi secondo noi è più bello/a”. Scommettiamo dunque 100€ su un/una concorrente, per poi scoprire che i giudici voteranno un’altra persona facendola vincere e facendoci perdere i nostri 100€.
Domanda: siamo sicuri di aver utilizzato il criterio migliore per “investire” i nostri soldi ? Probabilmente no, avremmo potuto riconoscere di avere gusti un po’ bizzarri, e che sarebbe quindi stato conveniente scommettere i nostri 100€ su chi, a nostro dire, avrebbe ottenuto più voti dai giudici. Noi abbiamo scommesso inizialmente su chi ci piaceva di più, quando sapevamo benissimo che, tra i/le concorrenti, c’era qualcuno che corrispondeva meglio ai criteri di “bellezza” della nostra società, e che quindi avrebbe avuto più possibilità di essere votato dai giudici.

Cosa c’entra tutto questo con la Borsa ? Semplice, a volte ci intestardiamo nel credere che un’azione dovrebbe decollare o crollare perchè “piace” a noi. Il problema è che se noi siamo in minoranza, non potremo muovere più di tanto il prezzo di quell’azione.
Conviene quindi investire in un titolo che, a nostro dire, potrà piacere di più a tutti gli altri trader, nonostante quella società quotata non ci piaccia o magari ci stia anche un po’ antipatica. È un gioco di psicologia, ma non dimenticate che l’economia non è altro che una scienza sociale, proprio come lo studio della mente.

 

Altri articoli

Lascia un commento per primo

Leave a comment

Your email address will not be published.

*