La parola “recessione” sarà presto chiusa in un armadio nell’Eurozona, salutate la “fase 2″ della crisi: la stagnazione economica
Quale migliore definizione del termine “stagnazione” di quella che tutti noi possiamo trovare sull’enciclopedia online Wikipedia ?
Con stagnazione si intende una situazione economica caratterizzata dal persistere di modeste variazioni del prodotto interno lordo e del reddito procapite.
Se dovessimo rappresentare con un’immagine questa fase economica, ne abbiamo una molto efficace: il nulla.
Vedetela così:
Deprimente ? Sì, ma comunque meglio di un periodo di recessione.
Il Giappone (che di recente ha cominciato ad uscire dal suo “nulla” durato un ventennio) ha avuto fino all’anno scorso una serie di problemi molto facili da individuare:
- deflazione (quindi inflazione negativa) alternati a periodi di inflazione nulla
- tassi di crescita del PIL bassissimi, quasi impercettibili
- alta disoccupazione (“alta” rispetto alla media degli anni Ottanta per il Giappone, ovvero il periodo precedente all’inizio della stagnazione)
- mercato del credito in continua contrazione
- surplus di conto corrente in fortissima crescita
- trappola di liquidità (la banca centrale aveva tassi pari a 0% quando l’economia avrebbe avuto bisogno di tassi negativi, con tutte le complicazioni connesse che hanno impedito alla BoJ di adottare questo taglio dei tassi)
Vi ricorda niente ?
Ci bastano tre grafici per dimostrarvi che l’analogia tra l’Eurozona di oggi e il Giappone degli anni Novanta:
1) L’inflazione punta allo 0% e la disoccupazione è in forte crescita:
2) Il mercato del credito è in continua contrazione, il surplus di conto corrente decolla:
3) Per la regola di Taylor, i tassi minimi nell’Eurozona dovrebbero essere ampiamente negativi, ma questo non accade in quanto nessuno lo ha mai fatto e, diciamocelo, le vere conseguenze di un taglio così pesante dei tassi di interesse sono sconosciute (probabilmente si tratterebbe di un’arma a doppio taglio che non risolverebbe il problema della disinflazione):
Vent’anni. Questo il periodo di tempo che il Giappone ha impiegato per capire cosa bisognava fare per uscire dal “nulla” economico.
Considerando che la crisi è iniziata nel 2008, dobbiamo pensare che fino al 2028 a nessuno degli eurocrati verrà il dubbio che forse si sta sbagliando qualcosa ?
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