Omicidio Moro: Cossiga arrivò in via Caetani un’ora prima della telefonata delle BR

Aldo Moro Giulio Andreotti

Lo Stato sapeva ? Questa è, in sintesi, la clamorosa notizia che circola da ieri riguardo al caso Moro, una storia che continua a far discutere a distanza di 35 anni

Aldo Moro Giulio Andreotti

Le dichiarazioni di Vitantonio Raso, ovvero l’allora giovane antisabotatore che arrivò per primo in Via Caetani il giorno del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, aggiungono un altro tassello all’infinito puzzle dell’omicidio targato Brigate Rosse.

Raso ha rilasciato un’intervista molto chiara all’Ansa, vediamo i passaggi fondamentali:

Il 9 maggio mattina eri in ufficio quando…
Da premettere che io lavoravo in borghese mentre quella mattina mi ero recato in ufficio in divisa perché alle 11 mi sarei dovuto recare a colloquio dal mio superiore nel COMMILITER, il Gen. Santovito, che aveva chiesto di parlarmi.

Il Gen. Santovito era, all’epoca, anche a capo del neocostituito SISMI. E di cosa avrebbe dovuto parlarti?
Dato gli eventi che si susseguirono l’appuntamento fu annullato ed io non ho più saputo quale fosse l’argomento oggetto della sua richiesta di colloquio. Sta di fatto che io a quell’appuntamento non potetti andare.

Come si evolsero gli eventi?
Ero in attesa di essere accompagnato in Piazza Ungheria (sede del COMMILITER) quando in ufficio si presentarono i “ragazzi” della volante 23 della Polizia, che conoscevo benissimo e che di solito mi passavano a prendere per portarmi sui luoghi ove era necessario il mio intervento di artificiere.

Quindi prima delle 11?
Sicuramente.

Quanto prima?
A distanza di anni è difficile ricordare un orario preciso, ma credo tra le 10.30 e le 10.45.

E ti portarono in via Caetani…
Questo lo seppi solo al mio arrivo. Quando salii in macchina mi resi subito conto che la situazione era strana. In genere il capo equipaggio dell’auto che mi veniva a prelevare, mi dava le prime indicazioni sull’intervento che mi era richiesto. Insomma le classiche informazioni che a me servivano per iniziare a prepararmi. Quella mattina, però, non fu così. Nessuno apriva bocca e allora iniziai a fare domande: “Dove andiamo? Di che tipo di segnalazione si tratta?”. Ma le risposte erano vaghe tanto da farmi irritare e quasi prendermela con quei ragazzi che poi non c’entravano nulla. “Andiamo in centro… Ci hanno detto di portarti li…”

Attorno alle 11.15, quindi, incontrasti il Commissario Vito? Cosa ti disse?
Anche lui fu molto vago. Mi disse che c’era da controllare la R4 perché era stata ricevuta una telefonata anonima e si riteneva che dentro potesse esserci una bomba. Al che io mi misi subito ad analizzare dall’esterno la vettura, facendo un giro di ispezione attorno all’auto e scrutando anche attraverso i finestrini. Nella parte anteriore notai subito qualcosa che rendeva pericolosa l’auto: oltre a della sabbia nera, dei bossoli esplosi erano posti sul tappetino anteriore sia dal lato guidatore che passeggero. Questa cosa mi allarmò e quindi usai molta accortezza nell’avvicinarmi. Dato che era un’auto che conoscevo molto bene iniziai a studiare una strategia per riuscire ad entrarvi con il minimo rischio. Mentre ero li che, sempre sotto il controllo del funzionario di Polizia, giravo attorno alla macchina si avvicinò una ragazza vestita in un modo che definirei “alternativo” che mi chiese a bruciapelo: “E’ vero che in quella macchina c’è il cadavere di Aldo Moro?”. Cercai di mantenere la calma per evitare di mandarla a quel paese anche perché, conoscendo bene il bagagliaio e sapendo che Moro era di statura non certo piccola, non avrei mai pensato che sarebbe potuto entrare in quel piccolo spazio. Ma tant’è.

Quindi la ragazza si allontanò e tu iniziasti ad entrare nella macchina
Non subito. Mentre ero li che guardavo l’auto dubbioso, vidi avvicinarsi un gruppetto di persone che da via delle Botteghe Oscure si dirigevano verso l’auto. Li riconobbi subito ed era evidente fossero interessati anche loro alla Renault.

Di chi si trattava?
Riconobbi il capo della Digos romana Domenico Spinella, il comandante del nucleo investigativo dei Carabinieri Colonnello Cornacchia, ed il Ministro Cossiga.

Mi rendo conto che è passato molto tempo, ma sarebbe importante collocare questo incontro temporalmente…
Non era passato molto tempo da quando ero arrivato sul luogo, una decina di minuti.

Quindi erano passate da poco le 11.30
Si, più o meno. E ricordo due particolari che ho ancora impressi nella mente. Il Colonnello Cornacchia mi rimproverò con un “Lei che è un militare, non si vergogna ad andare in giro così?” alludendo ai miei capelli che non erano proprio cortissimi. Avrei voluto rispondergli che venivo da due mesi in cui avevo dormito poco, fatto gli straordinari e rischiato la vita ogni giorno, ma lasciai stare. Il Ministro Cossiga, invece, mi chiese a bruciapelo: “Raso, che ne pensa di questa macchina?” Io lo guardai e con aria preoccupata risposi: “Ministro, si tratta di un’auto molto pericolosa. Ho notato al suo interno dei bossoli. E’ necessario lavorarci con molta attenzione ma alla svelta.” “Bene – mi rispose – Mi tenga informato.”. E nel dire questo si riallontanò assieme alle persone con le quali era arrivato dando ordine di far transennare la via da entrambe le direzioni per non far avvicinare nessuno, come da procedura.

Un momento Vito. Stai dicendo che quella mattina tu hai visto il Ministro Cossiga in via Caetani molto prima delle immagini ufficiali che sono collocate ben oltre le 13.30 e che mostrano i vari politici accorsi dopo la notizia data dalle agenzie quando, tra l’altro, la strada era già affollata e transennata?
Assolutamente si. Io vidi il Ministro Cossiga due volte. Poco dopo il mio arrivo in via Caetani e poi dopo un’ora e mezza due, quando terminai il mio lavoro di ispezione dentro la macchina.

Il resto è noto ed è ora scritto nelle pagine dei libri di Storia. Ma come poteva l’allora Ministro Cossiga essere presente  in via Caetani ben prima della famosa telefonata delle BR in cui si annunciava la presenza di Aldo Moro nella Renault R4 ?
Questa storia rimane immersa nel mistero, chi era la ragazza che aveva chiesto conferma del ritrovamento del cadavere di Moro a Raso ? Anche questo andrebbe chiarito, in quanto ci sono testimoni che dicono che la R4 fu parcheggiata in via Caetani da un uomo e da una donna la cui descrizione sembra combaciare proprio con quella fornita da Vito Raso.
Il mistero sarà mai risolto ?

 

 

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