Perchè il QE europeo rischia di essere un flop

Draghi

Non sappiamo ancora che cosa la BCE abbia in mente per far crescere la liquidità nell’Eurozona, ma certo cresce il nostro timore riguardo al rischio di non-efficacia di un Quantitative Easing mal calibrato

http://www.washingtonpost.com/blogs/ezra-klein/files/2012/07/wonk0727.jpg

(ripubblicazione articolo del 7 maggio 2014)

Come abbiamo già avuto modo di spiegarvi, se la BCE sbaglierà qualcosa nel design del QE, allora condannerà a morte l’Euro.

Detto questo, vorremmo farvi notare un ulteriore motivo di preoccupazione da aggiungere al post che avevamo scritto precedentemente sul tema: fare un QE basato interamente sul settore del credito rischia di non funzionare affatto.

Ci spieghiamo meglio, qualcuno di voi negli ultimi tempi ha provato a chiedere un prestito ad una banca italiana ? Quale tasso vi hanno offerto ? Lo avete confrontato con il rendimento dei titoli di Stato italiani ? Come dite ? I due rendimenti sono molto diversi ?

Eh già, questo problema si vede anche con i titoli corporate:

In nero abbiamo il rendimento del BTP a 5 anni.
In rosso il tasso medio dei titoli corporate italiani.
In blu il tasso medio dei titoli corporate tedeschi.

Mentre i BTP facevano un rally da paura, i titoli corporate restavano tutto sommato fermi. Adesso è chiaro che il privato che chiede un prestito non è ritenuto tanto affidabile quanto il pubblico, perfino se il “pubblico” si chiama “Italia”.
Questa simpatica anomalia è una cosa comune in tutta l’Eurozona (fate un confronto tra il titolo tedesco a 5 anni e l’omologo titolo corporate), ed è proprio questa la variabile che rischia di far saltare i piani della BCE.

Il QE abbasserebbe di brutto i rendimenti dei titoli di Stato in tutta l’Eurozona (a prescindere dal fatto che sia direttamente la BCE a comprare questi titoli, la sola dichiarazione di un possibile QE fatto con acquisti di titoli di debito privato è stata sufficiente a far scendere i rendimenti dei titoli di debito pubblico), ma questo potrebbe non avere effetti sull’interesse richiesto dalle banche ai privati e alle aziende, come mostra il grafico precedente.

Se il credito non diventa più accessibile, allora il QE bancario non ha alcun senso. A questo punto parleremmo di benefici solo per gli Stati sovrani che si trovano ad avere una maggiore ondata di fiducia sul proprio debito pubblico (guardate anche solo la pagliacciata dell’ultima asta di titoli di Stato della Grecia).
In pratica salirebbe il debito pubblico e scenderebbero gli interessi, sì forse il PIL in alcuni Paesi tornerebbe a correre ma difficilmente lo farebbe ad un passo superiore rispetto a quello del debito. In sostanza in uno scenario del genere il debito pubblico sarebbe ancora più insostenibile di quanto non lo sia adesso, a meno che…

http://i.telegraph.co.uk/multimedia/archive/01476/merkel-face_1476925i.jpg

…a meno che i Tedeschi non accettino l’idea di un deciso aumento dell’inflazione (non parliamo certo di iperinflazione, ma di un’inflazione superiore a quel 2% che la BCE ha come obiettivo di lungo termine).
Un’inflazione di breve periodo superiore al 2% darebbe ossigeno ai Paesi più indebitati dell’Eurozona, portando il rapporto debito/PIL a sgonfiarsi (soprattutto se accompagnato da una ripresa credibile del PIL).

 

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