Svizzera, referendum immigrazione: passa il sì

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È passata in Svizzera l’iniziativa contro la libera circolazione con l’Unione europea. Si è trattato di una battaglia all’ultimo voto, il risultato finale è un 50,3% di sì ed un 49,7% di no.

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Per vincere, l’iniziativa aveva bisogno di una doppia maggioranza, di cantoni e di votanti. La maggioranza dei cantoni era già apparsa chiara prima della fine degli spogli, mentre per la maggioranza dei votanti si è dovuto attendere sino al termine.

Il voto fotografa una Confederazione spaccata, non solo nelle percentuali finali di sì e di no, così ravvicinate. Anche per aree linguistiche e per grandi città e piccoli centri. La Svizzera di lingua francese ha votato in sostanza contro l’iniziativa, a favore invece la Svizzera di lingua tedesca e quella di lingua italiana, con il Ticino al 68% di sì, il tasso più alto di adesione. Molte tra le grandi città hanno votato contro, come nel caso di Zurigo, Basilea, Ginevra. Molti piccoli e medi centri e molte regioni di campagna hanno invece votato a favore.

L’iniziativa promossa dalla Unione di centro (Udc), partito conservatore nazionalista ed anti europeista, che ha come leader di fatto l’imprenditore e politico Christoph Blocher, punta a bloccare l’accordo di libera circolazione in vigore con l’Unione europea ed a reintrodurre i contingenti per i lavoratori stranieri. Il Governo, la maggioranza del Parlamento, le associazioni delle imprese elvetiche, i sindacati, erano contro l’iniziativa ed hanno sottolineato i vantaggi che la libera circolazione comporta anche per l’economia svizzera, che ha un buon tasso di crescita ed ha una disoccupazione contenuta. Ma il voto ha premiato timori e paure su una presenza eccessiva di stranieri.

L’Udc punta ad una rinegoziazione degli accordi bilaterali con l’Unione europea e ad un meccanismo che stabilisca un canale preferenziale per i lavoratori elvetici e i già residenti. I possibili riflessi di questo meccanismo potrebbero riguardare non solo i lavoratori Ue che intendono risiedere stabilmente in Svizzera, ma anche i frontalieri. In Ticino i frontalieri italiani sono attualmente oltre 59 mila. Ora la palla è nel campo del Governo svizzero e in parte anche in quello della Ue. Berna deve decidere come muoversi concretamente, dopo questo voto, nei rapporti con la Ue. Bruxelles dal canto suo potrebbe richiedere alla Svizzera, a fronte della rimessa in discussione della libera circolazione, la rinegoziazione di tutti gli accordi economici bilaterali in vigore con la Confederazione.

Arrivano le reazioni da Bruxelles: la Commissione europea «si rammarica del fatto che un’iniziativa per l’introduzione di limiti quantitativi all’immigrazione sia stata approvata. Questo va contro il principio della libera circolazione delle persone tra l’Ue e la Svizzera». Così la Commissione Ue commenta l’esito del referendum svizzero che limita l’immigrazione di massa.

Inoltre è arrivata una notizia nelle ultime ore: l’Unione europea, tramite il portavoce Pia Ahrenkilde, ha annunciato che non prevede di proseguire il negoziato con la Svizzera sull’elettricità «alla luce della nuova situazione che si è venuta a creare» dopo il voto sul referendum sulla libera di circolazione che è «una potenziale violazione» degli accordi.

Articolo tratto da ilsole24ore.com

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