UE: più tempo a Irlanda e Portogallo per “rimettersi in riga”, e l’Italia ?

ecofin2-consilium.europa.eu_1

Non potendo sopportare altre manovre correttive, l’UE ha concesso senza troppe resistenze sette anni in più a Irlanda e Portogallo per risanare i conti pubblici

ecofin2-consilium.europa.eu_1

Partiamo dal presupposto fondamentale che Monti sembra non capire (o finge di non capire): se l’Italia alzasse la voce a Bruxelles, nessuno oserebbe metterle i bastoni tra le ruote.
Ce l’hanno fatta tutti (persino la Grecia !), eppure l’Italia non ha ancora rinegoziato gli accordi fatti con l’UE. Ora che è spuntato un buco di 8 miliardi di euro, o si fa una manovra (esclusa dal Ministro Passera) o si fa la voce grossa in Europa.

“Nel sostenere i loro sforzi per ritornare a finanziarsi sul mercato e uscire dal loro programma di aggiustamento, siamo d’accordo in linea di principio, tenuto conto delle procedure nazionali, di allungare le scadenze dei prestiti europei all’Irlanda e al Portogallo, aumentando la scadenza media di sette anni”, questo il comunicato dell’Ecofin di ieri pomeriggio.
Il buco di bilancio che deve gestire il Portogallo (per via dell’ultima sentenza della Corte Costituzionale) è di 1,3 miliardi di euro (robetta rispetto a quello previsto nel Def dal Governo Monti)

Quel fenomeno di Jeroen Dijsselbloem (presidente dell’Eurogruppo, quello che ha detto che il salvataggio di Cipro è un modello per l’Europa, provocando una fuga di capitali dalle banche europee che chissà quando finirà) se n’è uscito minaccioso ieri: “Il Portogallo discuterà del futuro della sua politica economica con la Troika, che dovrà dare una valutazione positiva”, come a dire “Non crederete mica di esservi liberati dell’austerity ?”.

Altri articoli

Lascia un commento per primo

Leave a comment

Your email address will not be published.

*