USA: il deficit di bilancio sta diminuendo (senza austerità)

“Austerity chi ?”, dagli Stati Uniti ci arriva l’ennesima lezione di macroeconomia applicata: ecco come si riduce il deficit di bilancio senza le tanto odiate ricette della Troika

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All’inizio della crisi gli Stati Uniti si sono trovati ad un bivio: da una parte c’era la possibilità di tagliare la spesa pubblica e aumentare le tasse, dall’altra c’era la ricetta Keynesiana che funzionò molto bene negli anni 30 (con l’ausilio della Seconda Guerra Mondiale).

Mentre l’Europa ha inspiegabilmente preso la prima strada (andando a distruggere i consumi e tagliando in molti Paesi – Italia esclusa – la spesa pubblica, creando un duplice effetto riduttivo sul PIL), gli Stati Uniti hanno sin da subito (con qualche sbandamento causato soprattutto dagli scettici Repubblicani del Congresso) preso la seconda strada, quella Keynesiana.

Per ora, grazie al cielo, nessuna guerra è scoppiata. La conseguenza è che la ripresa comincia a vedersi da entrambi i lati dell’oceano, anche se è molto debole (specialmente in Europa).
Quello che vogliamo dimostrarvi oggi è che, come ripete spesso Paul Krugman parlando dell’Europa: “La crisi che state soffrendo non è necessaria e potrebbe essere evitata”.

Il grande limite del deficit di bilancio che ci impone l’Unione Europea ne è un esempio. Andiamo a vedere l’andamento del deficit negli Stati Uniti:

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In viola abbiamo i dati effettivi del passato in rapporto al PIL, in blu le previsioni di CBO.
Siamo seri ed evitiamo di spingerci troppo in là nel tempo (siamo piuttosto sicuri che perfino le previsioni del 2013 siano sbagliate, ma tendenzialmente corrette): cosa vedete ?
Vedete anche voi la forte riduzione del deficit di bilancio dal 2009 al 2013 (per il 2014 si prevede un’ulteriore riduzione, ma come detto è meglio lasciar stare queste previsioni, nessuno può sapere quanti cittadini pagheranno le tasse e, soprattutto, quante ne pagheranno).

Eppure negli USA non abbiamo assistito a riforme del sistema pensionistico, riforme del lavoro alla Fornero, vendita di reti radio-televisive pubbliche, e chi più ne ha più ne metta.
Da una parte c’è il fatto che, nell’attuale sistema capitalistico mondiale, il Dollaro rimane la moneta di riferimento per tutti (nonostante Cina e Giappone provino ogni tanto a mostrare l’intenzione di un sorpasso dello Yuan o dello Yen, sorpasso che però non avviene mai), dall’altra c’è l’amara verità, cioè che la politica economica della Troika si basa su una visione del Mondo che, nel migliore dei casi è sbagliata (qualcuno sostiene che sia “criminale” in quanto volutamente sbagliata, ma qui non abbiamo prove per cui evitiamo di scendere ai livelli di un qualunque comizio elettorale anti-euro).

Il deficit è dato dalla differenza tra la spesa pubblica e le tasse, e qui la Troika ha fatto un errore matematico: riducendo la spesa pubblica e aumentando le tasse il deficit tenderebbe effettivamente a restringersi (se non addirittura a diventare un avanzo di bilancio), ma aumentare le tasse significa colpire i consumi, quindi ridurre il gettito fiscale, quindi annullare, di fatto, l’aumento delle tasse.
Annullato l’aumento delle tasse, rimane l’effetto riduttivo sul gettito portato dalla riduzione della spesa pubblica, ma anche qui c’è un tranello: la riduzione della spesa pubblica porta ad una riduzione della domanda (in quanto anche lo Stato acquista beni e servizi), il che ha pessimi effetti sulle imprese (per ogni euro che lo Stato spende in meno, l’economia perde ben più che un euro), che, anche a causa della già vista riduzione verticale dei consumi, si trovano in situazioni drammatiche (se poi lo Stato, come da noi, non paga i suoi debiti, potete immaginare che bello scenario può produrre l’austerità).

Gli USA invece, pur commettendo qualche errore sulla spinta della parte Repubblicana del Congresso, hanno evitato l’austerity Europea. Allora chi ha avuto ragione, anche solo a livello di deficit ? (domanda retorica)

 

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