Come più volte abbiamo affermato, ci troviamo dal lato sbagliato dell’Oceano: negli Stati Uniti il tasso di licenziamento è ai minimi storici, una situazione speculare a quella Europea
Si sa, la creazione di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti è piuttosto deludente in questo periodo (per approfondimenti vi rimandiamo al nostro articolo sul mercato del lavoro Americano), c’è però un indicatore che ci dimostra come, nonostante tutto, gli Stati Uniti si trovino in una situazione nettamente migliore di quella che noi Europei stiamo, mediamente, vivendo: il tasso di licenziamento.
Questo indice si ottiene, molto semplicemente, rapportando i neo-disoccupati rispetto al numero totale degli occupati:
L’indice è davvero molto basso (così basso da farci temere una nuova risalita entro 2-3 anni per via del ciclo economico), impressionante.
Va detto, però, che questo indice sovrastima il numero dei licenziati. Al numeratore troviamo, infatti, i “neo-disoccupati”, cioè chi comincia a cercare un lavoro e che, secondo questo indice, lo fa perchè ha appena perso la sua occupazione precedente. Si capisce quindi che si dà per scontato che anche un neo-laureato che cerca lavoro viene considerato come “appena licenziato” il che si riflette, come detto, in una sovrastima del numero dei licenziati.
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