Cina: la Banca Mondiale taglia le stime di crescita del PIL

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L’ondata di pessime notizie per la Cina non si ferma, oggi la Banca Mondiale ha tagliato le stime di crescita del PIL di Pechino, questa storia fa sempre più paura

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Come vi dicevamo stamattina, la crisi in Cina deve preoccuparci molto di più di quello sta succedendo in Giappone. Molti commentatori tendono a tracciare un parallelo tra le due realtà, non vedendo che i due Paesi stanno in realtà vivendo due fasi economiche quasi opposte tra loro.

Secondo le stime fatte dalla Banca Mondiale, il PIL Cinese crescerà del 7,7% nel 2013, mentre la precedente previsione parlava di un 8,4%. Per avere un minimo di contesto, sappiate che questo è il dato peggiore degli ultimi 13 anni per la Cina.

E non è tutto, la Banca Mondiale, oltre a parlarci del PIL, si è voluta lanciare anche in una dichiarazione che promette di penalizzare i mercati finanziari a lungo:

Il principale rischio collegato alla Cina rimane la possibilità che gli alti tassi di investimento diventino insostenibili, provocando un turbolento shock e un acuto rallentamento dell’economia
In parole povere, quello che la Banca Mondiale insinua è che, da un giorno all’altro, tutti i soldi investiti negli anni in Cina vengano ritirati dagli investitori, causando uno shock finanziario e, in un secondo momento, economico.
Pensate anche voi che sia una crisi “normale” portata soltanto dal rallentamento dell’export ? L’export sta rallentando in maniera spaventosa, è vero, ma è evidente anche il forte calo della domanda interna (che può essere comunque legato in modo indiretto anche alla crisi dell’export, ma sarebbe intellettualmente disonesto dare tutte le colpe a questo fattore). Non a caso la Banca Mondiale dice:
Assicurare un forte e stabile consumo attraverso i crescenti redditi delle famiglie per sostenere la crescita è una priorità in Cina
Non ci sono riferimenti all’export. Anche qui, stiamo vedendo un rallentamento della domanda interna, ovvero la causa primaria delle crisi economiche dall’alba dei tempi. C’è da sperare che la Banca Mondiale sia solo molto pessimista nelle sue previsioni.

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